martedì 21 ottobre 2008

Energia solare in Spagna

Ecco alcune immagini delle 5-6 centrali solari che sono situate lungo l'autostrada tra Braganca e Zamora e traE Zamora e Valladolid. Dire che noi Italiani siamo indietro è poco...abbiamo perso il tram gia da tanto. Fa impressione della Spagna la quantità di terreno libero, parchi, campi coltivati...il cemento non ha nemmano scalfito questo paese. Le potenzialità della Spagna e del Portogallo sono enormi dal punto di vista energetico. Sono sicuro che la Spagna uscirà dalla crisi prima di tutti gli altri Paesi.







martedì 16 settembre 2008

Energia in Partogallo

Ecco come viene prodotta l'energia in Portogallo. Energia eolica, energia pulita e sempre presente. La natura ha in se tutta l'energia necessaria...l'intelligenza sta nel sfruttarla nel migliore dei modi. Niente scorie, niente pericolo, niente svantaggi...starei delle ore e vedere quelle pale girare...




lunedì 18 agosto 2008

Il peperoncino come antimicotico naturale

La natura ha in se tutti i segreti per la vita. La perfezione dovuta a millenni di selezione naturale non può essere messa in dubbio. Ora cosa fanno...prendono un gene di là...lo mettono di qua...il gene di un pesce in una fragolo...omega 3...omega 4...OGM...fra 20 anni cosa scuccedera?Boh...in pochi anni stiamo modificando il nostro pianeta...e putroppo in maniera irreversibile!
Impariamo dalla natura. Altro che Ogm...pesticidi..conservanti...

Sarebbe il suo caratteristico gusto piccante a difendere il peperoncino dall’attacco di insetti e funghi. Secondo recenti studi condotti da Joshua Tewksbury, dell’University of Washington, più pericolosa è la minaccia che devono affrontare in natura, più piccante sarà il frutto. Questa resistenza avrebbe inoltre convinto gli abitanti del luogo ad adottarlo per la conservazione degli alimenti.
Il peperoncino è originario del Sud America, e cresce in zone con clima umido e caldo. Luogo ideale di proliferazione per gli insetti e soprattutto per i funghi che, dalle punture dei primi, traggono una via preferenziale per il completamento del loro ciclo biologico. Per fronteggiare il pericolo derivante dagli attacchi parassitari ecco che il peperoncino si è armato di capsaicinoidi, gli stessi che conferiscono a questo frutto il tipico sapore piccante.

domenica 3 agosto 2008

Alterntive agli inceneritori! Trattamento bio meccanico

Esistono molti esempi di raccolta differenziata totale, a rifiuti zero. Esistono metodi di trattamento bio meccanico che molti ignorano(scommetto che il tg5 o rete4 non e hanno mai parlato…), esistono metodi di alternativa agli inceneritori che combinati con la raccolta differenziata totale producono residui minimi e in più sono tollerati dalla popolazione perchè non inquinano. (metti 70% differenziarto, 25-30 ri-differenziato dai Tmb e il solo 0-5% di residuo magari essicato…)Esistono stili di vita diversi. esempio? Usare il cervello quando si fa la spesa: non utilizzare le borse di plastica ma quelle di tessuto, cercare di comprare prodotti sfusi come latte, detersivi, ecc, utilizzare bottiglie di vetro e acqua del rubinetto, non comprare cose con imballaggi eccessivi. Se ci si abitua un po è una cazzata fare tutte queste cose. Basta non essere influenzati dalla pubblicità. Il rifiuto è una risorsa, è materia prima. Si risparmia energia a riutilizzarlo piuttosto che a bruciarlo. Infine spigere le case produttrici a creare prodotti reciclabili o biodegradabili o naturali. Basta guardare un po più lontano…

martedì 29 luglio 2008

Tricastin, nuovo incidente: fuoriuscita polvere radioattiva!

Oltre cento impiegati sono stati allontanati dalla centrale nucleareSotto accusa il reattore 4: è il terzo episodio nell'impianto del sud della Francia
PARIGI - Torna la paura in Francia per un nuovo incidente alla centrale nucleare di Tricastin, a 40 chilometri da Avignone, nel sud della Francia. Oggi un centinaio di impiegati sono stati sgomberati dall'impianto a causa dell'allarme lanciato dopo una nuova fuoruscita di polvere radioattiva dal reattore numero 4. Sulle 127 persone sgomberate, 45 sono state condotte in infermeria. Due operai presentano "tracce estremamente deboli" di radioattività definite "non significative". "Siamo al di sotto della soglia", ha rassicurato Jean Girardi, un ingegnere della centrale che ha parlato con la televisione privata lci. Per la compagnia elettrica Edf, questa fuoruscita di polveri non ha alcuna incidenza sulla salute del personale interessato. Sull'incidente, che si è verificato questa mattina alle 9:30 nell'edificio del reattore numero 4, fermo per manutenzione, sono in corso indagini. Si tratta del terzo incidente a Tricastin nell'ultimo mese e il quarto nella zona: il 23 luglio cento dipendenti sono stati "leggermente contaminati" con radioelementi fuorusciti da un condotto sempre dal reattore numero 4. Il 7 luglio scorso per errore sono stati riversati 74 chili di uranio in due fiumi.

domenica 27 luglio 2008

Il posto più inquinato del mondo

Ormai è deciso, Torino avrà un termovalorizzatore di dimensioni paragonabili a quello di Brescia. Secondo Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma, l’impianto di Brescia starebbe “inquinando l’intera Lombardia”, tanto che solo nella stessa città lombarda non ci sarebbe “un solo allevamento di bovini che sia senza diossina”. E sul fatto che l’inceneritore di Brescia sia considerato il migliore del mondo, il ricercatore puntualizza: “Quell’impianto ha vinto un premio, certo. Ma nel comitato scientifico di chi gli ha dato il premio c’è una delle aziende che ha fatto l’impianto. Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite”. “E’ incredibile – ha continuato Noviello – che qualcuno proponga quell’inceneritore come modello. A Brescia i disastri ambientali sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la commissione Europea è intervenuta”. La vicenda delle diossine nel latte è oltremodo preoccupante perché si colloca in un contesto in cui, come è noto, i bresciani hanno già una concentrazione elevatissima di queste sostanze nel sangue (più che a Seveso). Il fatto che, dopo il disastro Caffaro (l’azienda che produceva pesticidi), a Brescia circoli del latte con le diossine oltre i 6,5 picogrammi per grammo di grasso (ma sarebbe intollerabile anche se le diossine fossero di poco sotto i 6 pg) è scandaloso, se si tiene conto che mediamente le diossine nel latte italiano risultano al di sotto di 1 pg/gr grasso.


venerdì 25 luglio 2008

Visione del futuro con le rinnovabili!

Questa è la visione del futuro intelligente. Certo, utilizziamo ancora energia da altri paesi, ma la cooperazione è alla base della vita, è alla basa della comunità e della convivenza reciproca. Lo scambio culturale e commercia è alla base del miglioramento. Fatto stà che le idee perverse del nano che sta al governo sono absolete, sono ormai superate da ogni punto di vista. Questo anziano di 70 anni che sta al governo e tutti i suoi amichetti e amichette dovrebbero darsi una svegliata. Nucleare e inceneritori sono tecnologie superate. Guardiamo al futuro, pensiamo al futuro.


Da ecoblog un interessante articolo.

Il progetto del Presidente francese Sarkozy di creare una Unione del Mediterraneo che inglobi le necessità del Bacino fatte sopratutto di bisogni energetici, si fa sempre più reale. Dopo la riunione dello scorso 13 luglio a cui hanno preso parte i rappresentanti dei 27 dell’Ue più Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Mauritania, Sira, Tunisia, Turchia, Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro più l’Autorità palestinese, il quadro di quello che sarà il futuro nel 2050 è parso più chiaro: adieu al petrolio e via libera a tutte le fonti di energia rinnovabile, quella solare su tutte.
E Sarkozy invita i paesi dell’Unione ad iniziare a porre le basi per la rivoluzione solare nei prossimi dieci anni, tra il 2012 e il 2020, quando sarà necessario avviare tutte le infrastrutture per non farsi trovare impreparati a quella che se non sarà la fine del petrolio ci assomiglierà molto.

E’ in questo contesto che emerge il progetto di catturare l’energia solare nel deserto del Sahara: DESERTEC che rientra nel più ampio quadro di TREC (Trans-Mediterranean Renewable Energy Cooperation ) ideato e messo a punto da Club of Rome, Hamburg Climate Protection Foundation e NERC (National Energy Research Center of Jordan).
La soluzione è stata presentata due giorni fa a Barcellona durante l’ESOF 2008 (Euroscience Open Forum). Ha detto Arnulf Jaeger-Walden dell’Istituto per l’Energia della Commissione Europea:
Basterà catturare lo 0,3% dell’energia solare che scalda il deserto del Sahara per sopperire ai nostri bisogni energetici.

Purtroppo però i dati diffusi ieri dal Gse dicono che l’Italia è in controtendenza rispetto alle indicazioni se non europee quantomeno di Sarkozy e dell’Unione del Mediterraneo: nel 2007 è derivato dalle rinnovabili il 15,7% della produzione totale di energia elettrica, il dato più basso degli utlimi 15 anni. Il peggioramento è stato causato dalla contrazione della filiera idroelettrica (-11,3%), che per noi è la primaria fonte di energia rinnovabile e che copre il 9,5% della produzione, seguita dalle biomasse (2,0%), geotermico (1,5%) e eolico (1,2%). Il fotovoltaico, nonostante gli incentivi del Conto Energia, non è ancora esploso: nel 2007 sono stati prodotti 10 milioni di kWh.

Ma come mai un Paese come la Francia che ha al suo attivo 60 centrali nucleari decide di puntare per il prossimo futuro sull’energia solare? Semplice le centrali francesi stanno invecchiando e dismetterle e stoccare le scorie costa almeno tanto quanto costruirne di nuove e evidentemente i francesi intendono rivolgere questi investimenti verso altre forme di approvvigionamento più durature. Certo la strada non è facile: la Libia si è tirata fuori, ad esempio e il Mondo arabo non è profondamente convinto della richiesta francese del nuovo assetto geopolitico.
Diciamoci la verità, i grattacapi mediterranei sono tanti, ad esempio, come si potranno conciliare le politiche israeliane con quelle arabe? o come la Francia potrà giocare un nuovo ruolo preminente nel Mahgreb? L’autodeterminazione di questi popoli è un dato di fatto e sono ancora loro a detenere la materia prima: sole a sufficienza per se e per gli impianti europei. Dunque solo un abile scacchiera di interessi e negoziazioni potrà vedere l’attuarsi dell’Unione del Mediterraneo. Ce la farà Sarkò?

mercoledì 23 luglio 2008

Fuga da centrale nucleare Contaminati 100 operai

Francia: fuga da centrale nucleare di Tricastin, contaminati 100 operai
Raggiunti da elementi radioattivi fuorusciti da una tubatura del reattore 4 fermo per manutenzione
PARIGI (FRANCIA) - Cento operai della centrale nucleare del Tricastin, dove alcuni giorni fa c'era stata una fuga di materiale radioattivo, sono stati contaminati «leggermente» oggi da elementi fuorusciti da una tubatura nella reattore numero 4, fermo per manutenzione.
La centrale nucleare di Tricastin (Ap)Lo ha reso noto la direzione di EDF la società elettrica che gestisce la centrale nucleare.
FUGA DI COBALTO 58 - Gli operai irradiati nella centrale di Tricastin, che si trova a oltre 200 chilometri dall'Italia, sono stati contaminati dal cobalto 58. L'incidente, secondo EDF, è avvenuto questa mattina e avrebbe provocato contaminazioni «leggere, 40 volte inferiori al limite regolamentare». I 97 dipendenti sono stati evacuati d'urgenza dalla centrale quando l'allarme della contaminazione si è messo a suonare per una fuga nel reattore numero 4. Fra i 97, sarebbero 91 ad aver presentato segni di contaminazione al cobalto 58, un «metallo bianco» che entra nella composizione di leghe speciali, pneumatici e coloranti ma che, attivato a livello radio, è presente nei reattori e, da solo, possiede il 39% di tutta l'attività irradiante. Gli impiegati contaminati sono stati visitati e rimandati a casa, per loro non esisterebbero pericoli immediati. Si tratta del terzo incidente nucleare nella regione in meno di 16 giorni.
NUOVO INCIDENTE - In precedenza si era infatti appreso del terzo incidente ad una centrale nucleare negli ultimi 20 giorni, dopo quello di Tricastin del 7 luglio e quello di Roman Sur Isere del 18 luglio. Altri quindici operai dell’impianto nucleare di Saint Alban, nella regione dell’Isere (sud della Francia), sarebbero stati contaminati nei giorni scorsi dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Lo riferisce Electricité de France (Edf), l’azienda elettrica francese. «Gli operai sono stati leggermente contaminati nel corso di un intervento di manutenzione su un cantiere dell’unità produttiva numero due», ha indicato un responsabile della direzione. In seguito all’incidente, avvenuto venerdì, sono state ritrovate «tracce di elementi radioattivi» nel corso dei monitoraggi e dei controlli di routine dei dipendenti dell’impianto. I lavoratori sono stati sottoposti a un controllo medico ma l’azienda esclude che vi siano conseguenze di alcun tipo per la loro salute. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite.

lunedì 21 luglio 2008

Milano è tra le dieci città più inquinate al mondo

E’ la regina delle firme, del Made in Italy, ma anche del PM10. Milano non ha scampo: è tra le dieci città più inquinate al mondo. Lo rivela la rivista statunitense Popular Science, che mette accanto alla nostra capitale degli affari, Linfen, in Cina, dove i cittadini vivono sotto una cappa di carbone e Dakar che ha i bacini idrici inquinati streptococchi fecali 17 volte oltre il limite della normalità.
Fanno compagnia a Milano anche Oroya, in Perù, dove nel sangue del 99% dei bambini il livello di piombo va oltre la soglia di pericolosità fissata dall’OMS; Cubatao, il polo chimico brasiliano; Pittsburgh in Pennsylvania, ex capitale dell’acciaio e la storica Città del Messico riconosciuta a livello mondiale come capitale più inquinata.
Ecco la classifica (non c’è il podio, sono tutte e 10 a pari livello): Oroya (Perù); Città del Messico; Kawbe (Zambia); Norilsk (Russia); Cubatao (Brasile); Sumgayt (Azerbaijan) e Pittsburgh (Pennsylvania).

venerdì 18 luglio 2008

Francia: nuova fuga radioattiva! il quinto in due mesi!

Venerdì 18 luglio 2008
Acque contaminate da elementi radioattivi sono fuoruscite da una centrale nucleare a Romans-sur-Isere.
Dieci giorni fa un incidente analogo nella centrale di tricastin

PARIGI (FRANCIA) - Ancora un incidente in Francia dopo quello di dieci giorni fa a Tricastin.
Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, nel sud-est della Francia. Lo ha reso noto stamane l'Autorithy francese per la sicurezza nucleare. L'incidente arriva a 5 giorni dalla clamorosa protesta di Greenpeace a Parigi.
L'INCIDENTE - La fuoruscita delle acque contaminate è stata causata da una rottura nel sistema di canalizzazione. Si tratta del secondo episodio di questo genere in due settimane, dopo quello avvenuto la notte tra il 7 e l'8 luglio nella centrale di Tricastin, sempre nella Francia meridionale, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Per questo primo episodio, Areva ha ammesso, dopo un'inchiesta interna, che all'origine dell'incidente c'è stata «mancanza di coordinamento» tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento.

lunedì 14 luglio 2008

Provaglio d'Iseo...fotovoltaico!!!

29/05/2008 - PREMIO SODALITAS SOCIAL AWARD

AGS ha partecipato, presentando il progetto Fotovoltaico Facile, al convegno "Sostenibilità e Responsabilità sociale", organizzato dalla Fondazione Sodalitas, presso Assolombarda, che ospita la premiazione dei migliori progetti di Responsabiltà sociale realizzati dalle aziende italiane. AGS ha vinto il Primo Premio della categoria dedicata alla "MIGLIORE INIZIATIVA DI SOSTENIBILITA'".All'edizione di quest'anno hanno partecipato 210 imprese con 260 progetti ed è emerso come, sempre di più, le aziende siano attente al tema della Sostenibilità, in tutti i suoi aspetti: dal risparmio energetico, all'attenzione per l'ambiente, dalla riduzione dei gas serra, alle energie rinnovabili.
AGS è stata premiata proprio con queste motivazioni.Hanno ritirato il premio il Sindaco Prof.ssa Giuseppina Martinelli, il Presidente di AGS Ing. Marco Frera, l'Assessore Ing. Giuseppe Bartolini
Perchè non prendere Provaglio come esempio anche a Rovato?

domenica 13 luglio 2008

Ennesimo incidente nucleare...dopo Francia e Svezia...anche in Spagna a Valecia

Ennesimo incidente nucleare...dopo Francia (tre giorni fa) e Svezia (ieri)...anche in Spagna a Valencia questa notte.
Ma crediamo ancora alle balle che ci raccontano sul nucleare sicuro? un pannello fotovoltaico non esplode e non è radioattivo...

I nostri giornali continuano a snobbare questi incidenti...leggete i giornali degli altri Paesi!

http://www.elmundo.es/elmundo/2008/07/13/valencia/1215936226.html

Ma credete ancora alle balle che vi raccontano? date un’occhiata ai giornali stranieri in questo periodo! Incidente nucleare in francia, ieri in svezia, oggi a Valencia in spagna (notizia da elmundo.es).Il mese scorso in slovenia…un po troppi per definire il nucleare sicuro. E i nostri giornali sprofondano nel mutismo più assoluto.Il fotovoltaico è sicuro, l’eolico è sicuro, il geotermico è sicuro, l’idraulico è sicuro…il nucleare NO!!!

Campania, in una lettera dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) la verità sull'emergenza rifiuti

I Comuni sono messi nella condizione di scegliere la raccolta "indifferenziata", poichè sono obbligati a consegnare una determinata quantità di rifiuti che non potrà mai essere raggiunta se li differenziano. Come succede a Brescia...

mercoledì 9 luglio 2008

Provaglio d'Iseo e i pannelli fotovoltaici

Dai è semplice!!facciamo anche noi!!!!
Politica esemplare a Provaglio d’Iseo. Altro che cogeme e a2a...
L’azienda municipalizzata assorbe il costo degli impianti fotovoltaici finanziati da una banca con 2 milioni di euro al tasso del 5,9% rimborsabili in 20 anni da installare sui tetti delle case di 100 famiglie del paese.E se l’iniziativa avrà il prevedibile successo la banca ha già messo sul piatto altri 2 milioni per raddoppiare il numero di coloro che potranno usufruire di questa possibilità offerta dagli amministratori del loro comune.In 20 anni le famiglie con le bollette dimezzate ammortizzeranno il costo dell’impianto fotovoltaico installato gratis sul tetto della loro casa fornendo energia pulita, oltre che per se stesse, anche per gli edifici comunali ad uso pubblico che ne beneficeranno gratis come ricompensa.Dal 21esimo anno il debito sarà saldato e le famiglie rimarranno uniche proprietarie di quegli impianti.Un esempio di buona politica che in Italia purtroppo fà notizia e che val la pena far sapere perché non accade in Olanda o in Svezia, ma a Provaglio d’Iseo, un tranquillo borgo bresciano della Franciacorta formato da tre distinte frazioni immerse nel verde degli innumerevoli vigneti a un tiro di schioppo dal lago d’Iseo che in quella zona è dominato da un austero monte a strapiombo.In questo modo la banca finanziatrice, il Credito cooperativo di Pompiano e Franciacorta, con tassi politici aiuta la giunta comunale a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale!Con i pannelli solari ci guadagnano tutti: in salute perché l’energia prodotta è priva di CO2 e in termini economici perché meno costosa degli impianti tradizionali che funzionano a gasolio o a metano.Il progetto è ormai avviato, le prime famiglie avranno gli impianti funzionanti già da marzo 2008.
articolo da altrabrescia.it
Ci guadagna la banca, ci guadagna il cittadino, ci guadagna il comune!!!dai è l'uovo di colombo!

Incidente nucleare a Tricastin: giornali italiani vs giornali francesi

Come spiegato qui sotto, la centrale nucleare francese di Tricastin (appartenente alla Socatri, gruppo Areva) ha disperso, ieri mattina presto, una soluzione di uranio nei fiumi circostanti. L’incidente si è verificato durante l’operazione di pulitura di una cisterna.
Quello che mi incuriosisce è la ricostruzione dell’incidente fatta dai giornali italiani, come il Corriere della Sera o il Messaggero (già citato da PiccoloSocrate), secondo cui le autorità francesi all’unanimità considerano pari a zero il rischio per la popolazione, salvo poi impedire pesca, bagni, irrigazione ed estrazione di acqua dai pozzi così per “precauzione”, quasi per sport. Non esistono solo i comunicati stampa e le dichiarazioni delle autorità come i prefetti.
Leggendo Le Figaro (orientamento politico: centro-destra) e Le Monde (centro sinistra) la storiella pare un po’ più complessa. Si apprende che la quantità di uranio sversata durante questo incidente (12 g per litro d’acqua, circa 360 kg di uranio secondo Le Monde) sorpassa di 100 volte la quantità massima autorizzata di liquido radioattivo legalmente sversabile dalla Socatri in un anno intero!
Altra cosa: è vero che le acque sotterranee non presentano al momento valori anormali di uranio. Peccato pero’ che questo non sia anche il caso per le acque di superficie! Motivo per cui sono in vigore le restrizioni di cui sopra.
Infine, Le Monde nota alcuni “fatti” misteriosi: secondo uno studio tedesco, nei pressi dei siti dove sorgono le centrali nucleari si verificano piu’ leucemie infantili rispetto alla media nazionale. Per l’esattezza i tumori del sangue nei bambini hanno una frequenza più che doppia (2,2 volte) rispetto alla media in un raggio di 5 km dalle centrali nucleari e la frequenza di tali tumori rimane più elevata in un raggio di 50 km intorno alle centrali. Le Monde nota anche che altri studi hanno invece contraddetto queste ipotesi tedesche, ma non per quanto riguarda almeno 3 siti nucleari europei: Sellafield e Dounreay in Gran Bretagna e Krummel in Germania.

Francia, incidente nella centrale. Acqua contaminata nei fiumi

Fuoriuscita di liquido, allarme nella zona di Avignone
E' successo durante l'operazione di pulitura di una cisterna

MILANO — Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi — La Gaffière e L'Auzon — nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone. L'allarme è rientrato quasi subito (l'incidente è avvenuto intorno alle 6,30 del mattino): l'agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha parlato di «rischio debole per la popolazione». Dello stesso parere i prefetti dei dipartimenti di Vaucluse e Drome. Le autorità locali hanno comunque preso misure di precauzione. Nei comuni di Bollèn e, Lapalud e Lamotte- du-Rhône sono stati vietati la presa d'acqua dai pozzi e l'impiego dell'acqua dei fiumi per irrigare i campi. Vietati anche la pesca, il consumo di pesce e i bagni nelle acque inquinate. L'incidente è avvenuto durante un'operazione di pulizia di una cisterna nello stabilimento Socatri, azienda del gruppo Areva, in attività dal 1975. «È la prima volta che si verifica un incidente del genere — ha detto Gilles Salgas, responsabile della comunicazione della società Socatri —. Su una scala di incidenti nucleari che va da 0 a 7 dovrebbe essere classificato a livello 1»
Una prima ricostruzione della dinamica dell'incidente è arrivata da una portavoce dell'Asn, Evangelia Petit: i circa trentamila litri di liquido contenente uranio — ha spiegato — si sono riversati durante alcune operazioni di pulitura, finendo al suolo e quindi in un canale adiacente, da dove poi sono finiti nei due fiumi. «Una parte della soluzione — ha precisato il direttore della sicurezza dell'Istituto di radioprotezione e sicurezza nazionale (Irsn), Thierry Charles— è stata recuperata, un'altra si è diluita nei corsi d'acqua e la terza fortunatamente non ha raggiunto la falda freatica». Le dichiarazioni rassicuranti delle autorità non sono servite a evitare lo scoppio di polemiche. «È impossibile che una diffusione di uranio di tale entità non abbia conseguenze importanti sull'ambiente e forse anche sulla salute della popolazione» dicono dall'organizzazione ecologista «Sortir du Nucleaire». In questi mesi in Francia il nucleare è un tema caldo dopo l'annuncio del presidente Nicolas Sarkozy di voler aumentare il numero di centrali sul territorio nazionali (attualmente sono 53). .

lunedì 7 luglio 2008

A Brescia vi sono inquietanti analogie con la Campania


"A Brescia si finge di fare la raccolta differenziata"

"Nel latte di aziende dei dintorni della città si è recentemente scoperta una presenza di diossine fuori norma; si nota inoltre un'elevatissima incidenza di tumori al fegato".
14 gennaio 2008
Fonte: http://www.ambientebrescia.it/

Ma il Registro tumori dell'Asl, rassicurante, sostiene, senza dati verificabili, che ciò è imputabile all'eccesso di epatiti e di consumi di alcol (Giornale di Brescia, 10 novembre 2007).
Va segnalato che l'ing. Renzo Capra, presidente di Asm, fa parte del Comitato scientifico del Registro tumori dell'Asl, di cui è anche finanziatore.
Si sostiene che vengono risparmiate 470 mila tonnellate l'anno di emissioni di CO2. ma non si dice che il confronto viene fatto con la discarica e non con il riciclaggio, che consente risparmi di emissioni di CO2 tre volte superiori (AEA Technology. Waste management options and climate change, European Commission, 2001). A Brescia si finge di fare la raccolta differenziata. Ma questa viene annullata dal continuo aumento dell produzione dei rifiuti, assimilando gli speciali.
In 10 anni, da quando funziona l'inceneritore, il rifiuto indifferenziato da smaltire è sempre rimasto pari a 1,1 Kg/giorno/pro capite, esattamente come la Campania, 5-6 volte superiore a quello indifferenziato dove si fa la RD "porta a porta" con tariffa puntuale (es. Consorzio Priula Treviso). L'inceneritore del resto ha bisogno di rifiuti ed Asm è riuscita a compiere il "miracolo" di mantenere le stesse quantità in 10 anni!
Per gonfiare i risultati Asm dà i numeri in chilowattora ( 570 milioni ), facendo finta di non sapere che l'unità di misura, fuori dal domicilio privato, è il gigawattora (milioni di KWh) o il terawattora (miliardi di KWh). In verità il megaimpianto di Brescia ( 800.000 tonnellate/anno ) ha una potenza pari ad un decimo di una normale centrale turbogas; il costo impiantistico per MW installato è 5-6 volte quello di una centrale turbogas; la resa è di circa 20% del potere calorifico presente nei rifiuti contro un 55% di una centrale turbogas; la poca energia ricavata è annullata dallo spreco di altri materiali preziosi ( 5-6 mila tonnellate di ferro; 6 mila tonnellate di alluminio; centinaia di tonnellate di rame, ogni anno nelle ceneri, nel caso di Brescia ). Insomma nell'inceneritorista Lombardia, con 13 impianti, il contributo di questi alla produzione di energia elettrica è pari al 2%!
E' una macchina dello spreco e antieconomica che si regge solo sugli scandalosi contributi Cip6 (leggi il post) - per l'inceneritore di Brescia, oltre 60 milioni di euro l'anno, per 8 anni, il doppio dell'investimento impiantistico!.
Nel 2006 l'inceneritore Asm è proclamato "campione del mondo", avendo vinto il "Wtert 2006 Industry Award". Sennonché l'Ente premiatore, Wtert, della Columbia University ha tra gli sponsor la Martin GmbH, Germany, produttrice dello stesso impianto Asm." Marino Ruzzenenti

venerdì 4 luglio 2008

Il sindaco di Napoli Jervolino in pellegrinaggio all'inceneritore di Brescia

E’ da stamane che il sindaco Rosetta Jervolino è in pellegrinaggio all’inceneritore di Brescia. Un po’ per chiedere asilo all’immondizia napoletana (ma la Lega ha imposto le sue condizioni: inceneritore ad Acerra e discarica di Chiaiano) un po’ per capire davvero come funziona un eco-mostro (ma lei non lo sa).
Intanto al tavolo della conferenza Stato-Regioni tenuto proprio in queste ore dal Ministro Raffaele Fitto e preannunciata da Berlusconi ad Acerra, Roberto Formigoni, Governatore della Lombardia fa sapere che non si torna indietro e che i camion carichi di spazzatura ( non si sa di che genere) sono attesi a Brescia. Ne parlo al cellulare con Giulia Loglio blogger di Altra Brescia TV, presente nello spiazzale antistante l’inceneritore assieme ai Gruppi ambientalisti e ai ragazzi del Meetuop Beppe Grillo di Brescia che attendono la prima cittadina napoletana per consegnarle una lettera di protesta con le motivazioni.
Ma i delegati saranno ricevuti solo intorno alla 13, 00 e accolti dall’addetto stampa della Jervolino che promette di far avere la lettera. Assolutamente contrario all’incontro con i gruppi ambientalisti il primo cittadino Bresciano Adriano Paroli.

Chi ha guidato la visita della delegazione Campania? I dirigenti della A2A (candidati alla gestione del futuro inceneritore ad Acerra) che per bocca del suo direttore Antonio Buonomo, aveva fatto sapere, qualche giorno fa e ve ne ho dato conto, che forse era un po’ più complesso di quello che sembrava trattare i rifiuti napoletani a Brescia, considerato che non si sa di che cosa sono fatti.
Preoccupazione che ha scatenato la sequenza di no della Lega guidati dal capogruppo al Comune di Brescia Nicola Gallizioli che dice che in sostanza ognuno si deve tenere e smaltire i rifiuti che ha. Insomma un bel grattacapo le per le promesse del Cavaliere Berlusconi che aveva dato, forse un po’ troppo frettolosamente, per chiusa e liquidata la faccenda rifiuti in Campania. Ora ci si chiede se anche a Brescia arriverà l’esercito a convincere la gente a inghiottire la spazzatura campana. Dello stesso parere della Lega seppure con motivazioni diverse sono i Gruppi ambientalisti che non negano solidarietà ai campani ma come mi dice Giulia “il termovalorizzatore di Brescia non è la soluzione. Anche da noi c’è linquinamento e la diossina. Solo che alla gente si dice sempre che è un “gioiello” e alla fine hanno iniziato a crederci”.
I ragazzi del Meetup Beppe Grillo di Brescia hanno organizzato nelle loro pagine un comitato di accoglienza che fino a stamane ha presidiato lo spiazzo antistante l’inceneritore con risorse umane cartelli e volantini.
Giulia mi ha raccontato che l’autobus con una delegazione di circa 25 persone tra assessori e qualche giornalista, proveniente da Napoli è stata accolta da Adriano Paroli, sindaco di Brescia. Ma mi ha anche spiegato che “guardare a Brescia come un esempio da seguire è errato. La raccolta differenziata da noi si è fermata. Cresce solo dell’1% all’anno e ci siamo fermati in totale al 30%. La gente butta via i rifiuti-risorsa senza differenziare perché tanto c’è il termovalorizzatore che brucia tutto. La soluzione resta comunque differenziare e riciclare e riusare tutti i matariali. La nostra è un esperienza fallimentare”.
Ecco la lettera (grazie al comitato ChiaiaNodiscarica autore anche del contributo video) consegnata al Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino
Gentilissima Signora Sindaco Iervolino,
siamo davvero impressionati dal fatto che sia venuta a Brescia a visitare il mega inceneritore ASM/A2A !!!! Ciò che può scoprire, al di là della cortina fumogena della propaganda Asm non è molto istruttivo:
un inceneritore da 800.000 tonnellate che produce molti più rifiuti (150.000 tonnellate di scorie e 30.000 tonnellate di polveri pericolose, più 2-3 milioni di tonnellate di aria contaminata) di quelli che rimarrebbero da smaltire (100.000 tonnellate) se si facesse la raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale; uno spreco di risorse energetiche incredibile rispetto al riciclaggio:
1) si buttano nel forno 150.000 tonnellate di umido (cioè acqua, che idiozia!), che potrebbero diventare compost per una pianura bresciana in deficit di materia organica;
2) si buttano via, nelle scorie, 5.000/6.000 tonnellate all’anno di ferro e di alluminio, centinaia di tonnellate di rame, …però, si recupera acqua calda, Le dirà Asm! … peccato che così la
città viene teleriscaldata anche in estate, in piena calura, costringendo i bresciani a ricorrere ai condizionatori!!!!!
3)una “raccolta differenziata” con mega cassonetti stradali, al 35%, in realtà “truccata” e “drogata” dai rifiuti speciali, che, assimilati, raddoppiano i rifiuti urbani raggiungendo il record di 2 kg/abitante/giorno, e mandando allo smaltimento esattamente la stessa quantità di rifiuti della Campania, che non fa la differenziata: 1,2 kg/abitante/giorno.
Sindaco Jervolino, se voleva davvero imparare come risolvere il problema dell’emergenza rifiuti della Sua terra, Le sarebbe stato più utile un viaggio in quel di Treviso al Consorzio Priula, a Novara, Asti, nel trentino, ed al Centro Riciclo di Vedelago (Tv) ovvero dal Suo Collega di Padula, nel salernitano, che è portato ad esempio per la raccolta differenziata che sta attuando!!! Lo sa che oltre 2000 Comuni italiani hanno superato il 50% di raccolta differenziata?
Con la raccolta differenziata “porta a porta” secco umido e con una tariffa puntuale si riduce il rifiuto prodotto a 1 kg/abitante/ giorno (metà di quello di Brescia) e il rifiuto da smaltire, a 0,2
kg/abitante/giorno (un sesto di quello bresciano!).
Nel Centro riciclo di Vedelago, poi, si recuperano tutti i materiali della parte secca (l’umido diventa compost per fertilizzare i campi), per cui il rifiuto da smaltire è quasi 0 (sì, zero). Si figuri che arrivano a riciclare anche i pannolini dei bambini, ricavandone una finissima sabbia, richiestissima all’estero!!!! Ma, in questo caso, la lobby dell’incenerimento ed il business (anche quello criminale) dei rifiuti storcerebbero il naso!
Ma un’altra domanda ci viene spontanea: come mai Padula, vicinissimo a Napoli effettua la raccolta differenziata? Ma forse, sindaco Jervolino, è un altro il motivo che l’ha spinta a Brescia: un gemellaggio Campania-Brescia in nome dei rifiuti! Forse Lei non lo sa, ma Brescia è il “distretto nazionale dei rifiuti”, che può fare invidia alla Campania: oltre al più grande inceneritore d’Europa, qui si producono quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali all’anno, prevalentemente scorie di fonderia, a cui se ne aggiungono oltre 1 milione di importazione; sono state interrate in passato, spesso in discariche non controllate, decine di milioni di tonnellate di scorie di fonderia.
Da qui deriva la “vicinanza” alla Campania: come da voi abbiamo un’elevata incidenza di diversi tumori e la medesima anomalia rispetto al resto del Paese, un’incidenza doppia dei tumori al fegato; senza dimenticarci di aggiungere che abbiamo avuto nei mesi scorsi il “latte alla diossina” in 18 stalle dell’hinterland di Brescia, nella zona a sud dell’inceneritore, esattamente come il vostro “caso” del latte di bufala alla diossina. Insomma un gemellaggio apparirebbe più che giustificato! Diossina per diossina…
Quindi La preghiamo vivamente e, con il cuore in mano, di dar voce anche a noi, semplici ed oneste associazioni ambientaliste che si battono per un interesse comune e cioè, il diritto alla salute. Restando quindi in attesa di una Suo cortese cenno di riscontro in merito, l’occasione ci è gradita per porgerLe i nostri più cordiali saluti.

Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia
Comitato Ambiente Città di Brescia
Cittadini per il Riciclaggio
EnergEtica
Comitato contro la Centrale Turbogas di Lamarmora
Co.Di.SA. - Comitato Difesa Salute e Ambiente di San Polo
AltraBrescia
Gruppo Meetup “Amici di Beppe Grillo di Brescia”
Associazione “Ricomincio da Grillo”

martedì 1 luglio 2008

Inceneritore di Brescia. Inquinatore D.o.c.

Ecco che la tesi del professor Montanari si rivela esatta mentre quella di Veronesi FALSA.

- Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma, ha dichiarato che Brescia avrebbe proposto di vendere il suo inceneritore (il più grande del mondo) alla Campania. "La proposta era di cederlo per 25 milioni di euro, meno di quanto serve per completare quello di Acerra.
Una proposta giustificata dal fatto che l'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina. Quell'impianto ha vinto un premio. Ma nel comitato scientifico di chi gli ha dato il premio c'é una delle aziende che ha fatto l'impianto. Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite. L'inceneritore di Brescia è capace di bruciare 750mila tonnellate all'anno, ma i disastri ambientali lì sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la Commissione Europea è intervenuta. E' incredibile che qualcuno proponga quell'inceneritore come modello".

venerdì 27 giugno 2008

Differenziamo la Plastica, carta e alluminio!!


Già a soli pochi chilometri da Gricignano, tutto questo non si sa. Poche mosche bianche, illuminati amministratori che hanno a cuore il bene comune, applicano tecniche e metodi disponibili ed accessibili oggi per trattare in maniera corretta i materiali. Che bisogno c'è di bruciare... ci dicono "per recuperarne energia!". Ma quanta energia viene recuperata dal NON dover "ri"produrre tutti quei materiali recuperati? Vi siete mai chiesti quanta energia ci vuole per produrre dal nulla qualche chilogrammo di plastica, o di alluminio, o carta? Il bilancio puramente energetico è tutto a sfavore dell'incenerimento dei rifiuti (che, paradosso nel paradosso, richiede quantità di energia altissime per "produrre" energia: oppure pensate che i rifiuti si inceneriscono senza ALTRI ausili chimico/energetici?). Il bilancio di realtà come questa di Gricignano, piuttosto che Vedelago o Capannori, ed altre "mosche bianche" tutte nostrane, è sempre positivo. Efficienza e risparmio dell'energia in primis, recupero e riutilizzo dei materiali... Non ci vuole poi molto, decimi di risorse e tempi rispetto ad impianti costosissimi. Migliore qualità della vita per tutti, occasioni di profitto ed occupazione, salute ed economicità della cosa. Mettete nei vostri comuni amministratori 'seri' che propongono questi programmi e non gli accordi con la grande industria e i pochi potenti... gli accordi devono essere con voi e per voi. Rifletti Italia.

mercoledì 25 giugno 2008

Gestione dei rifiuti: TMB, alternativa ecologica agli inceneritori.



Prendo spunto dal sito si Ariano Irpino per cercare di conoscere più a fondo sistemi alternati alle discariche e agli inceneritori.

Di che si tratta? Sono i famosi TMB trattamenti meccanico biologici.
La tecnologia ArrowBio è un brevetto registrato per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. Esistono altri sistemi similari che affronterò prossimamente (ad esempio il sistema THOR realizzato dal nostro CNR in Sicilia).
Primo aspetto positivo, soprattutto in un paese pigro come il nostro, è che il processo ArrowBio tratta rifiuti indifferenziati. Questo procedimento consente, ad ogni modo, di recuperare gran parte dei materiali riciclabili come i metalli ferrosi e non ferrosi, la plastica (HDPE, PET e pellicola) e il vetro. Permette inoltre di produrre fertilizzanti e Biogas che è una fonte di energia alternativa pulita, utilizzabile per il trasporto o per la produzione di energia elettrica o termica.
Mentre, per il trattamento dei rifiuti, le discariche utilizzano la terra e i termovalorizzatori (o inceneritori) il fuoco, il concetto assolutamente innovativo del processo ArrowBio, è che utilizza l’acqua .

Ci si è posti il quesito: i rifiuti solidi urbani contengono, per loro natura, una grande quantità d’acqua, cosa ne facciamo? Utilizziamola per trattare e separare i rifiuti stessi! Non a caso il primo impianto ArrowBio è stato costruito a Tel Aviv, dove l’acqua è molto preziosa e gli israeliani sanno come ottimizzarne l’uso.
Quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’acqua?
Una delle sue più note proprietà è che permette di separare facilmente gli elementi leggeri (che galleggiano) da quelli pesanti (che vanno a fondo). Tenere i rifiuti in acqua consente di ridurre sensibilmente, o tenere sotto controllo, l’emissione di polveri nocive e i cattivi odori. Grazie alla separazione in acqua, la produzione di compost pulito (cioè con meno contaminanti) avviene molto più facilmente e l’acqua è l’elemento base per la produzione di Biogas di ottima qualità (con elevato contenuto di metano) mediante digestione anaerobica (cioè con batteri che operano in assenza di ossigeno). Inoltre, visto che i rifiuti hanno un alto contenuto di umidità, quando si è a regime, il sistema non ha più bisogno di prelevare acqua dall’esterno.

Il Processo
Proviamo a descrivere, in linea di massima, come si sviluppa il procedimento. C’è una prima fase di preparazione e separazione idromeccanica dei rifiuti. Il contenuto dei camion viene scaricato in una grande vasca piena d’acqua. Per gravità avviene la prima grande separazione: i materiali inorganici (metalli, vetro e altri inerti) hanno generalmente un peso specifico maggiore dell’acqua e pertanto vanno a fondo. Le plastiche e i materiali organici biodegradabili, invece, tendono a galleggiare o a rimanere in sospensione.
I materiali inorganici, pertanto, vengono inviati ad una linea del processo che si occupa dell’ulteriore separazione in materiali ferrosi (quelli che si attaccano ad una calamita), metalli non ferrosi (quelli che vengono separati tramite correnti indotte) e vetro.
Le plastiche e i materiali organici biodegradabili vengono a loro volta separati, alcuni per dimensioni, altri manualmente e, quelli molto leggeri come le buste di plastica, mediante separatori ad aria. Tutto il rimanente è composto quasi esclusivamente da materiale organico biodegradabile, pertanto viene triturato, frantumato idraulicamente e filtrato. La terriccio che ne risulta viene immerso nuovamente in acqua per separare ancora una volta le componenti metalliche e vetrose rimanenti (pesanti) da quelle biologiche (leggere).
La soluzione organica acquosa ottenuta (minestrone biologico) viene così inviata a due successivi contenitori che, tramite processi naturali di fermentazione anaerobica (acetogenico e metanogenico) a temperatura ambiente, digeriscono la brodaglia producendo biogas e fango biologico. Il biogas è utilizzato per la produzione di energia elettrica e calore, mentre il fango biologico viene disidratato e venduto come concime.
I residui di tutto questo processo ammontano a circa il 20% (dipende dal tipo di rifiuti introdotti), che possono essere inviati a discarica o inceneritore (ma sono inerti e quindi non pericolosi) o ancora verso impianti specializzati, per una ulteriore separazione (ce n’è uno molto buono in Veneto).
Insomma come disse Antoine Lavoisier, “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Attualmente è già operante (da 5 anni) l’impianto di Tel Aviv (Israele) da 40.000 t/anno, mentre sono in fase di completamento quelli di Falkirk (Scozia) da 70.000 t, Pachuca (Messico) da 180.000 t e Sidney (Australia) da 90.000 t.

I vantaggi
E’ lecito affermare che i vantaggi di questo processo sono innumerevoli.
Malgrado non sia necessario differenziare a monte, questo metodo consente di recuperare l’80-90% dei materiali riciclabili (95% dei metalli ferrosi, 85% dei metalli non ferrosi, 85% della plastica, il 90% del vetro).
Produce Biogas, essenzialmente metano, utile per ottenere energia elettrica (per alimentare lo stesso impianto, ad esempio) o come carburante pulito per il trasporto pubblico al posto dei carburanti fossili altamente inquinanti.
Non produce cattivi odori, né microparticelle, né diossina, né alcun tipo di elemento inquinante per l’aria, l’acqua e il suolo.
La percentuale di residuo è bassa (<>

Passiamo ai costi
I costi rispetto ad altri metodi sono senz’altro inferiori (solo il deposito in discarica è più economico… ma è inutile sottolinearne il differente rapporto costo/efficacia). Del resto, se scozzesi ed ebrei sono stati i primi ad utilizzare questo metodo… ci sarà un motivo!
Da questo grafico si può notare come il processo ArrowBio si inserisce tra gli altri metodi di trattamento dei rifiuti solidi urbani. E’ senz’altro il metodo che produce di più e inquina di meno, con costi medi sufficientemente bassi.

Per quantificare i costi ho dato uno sguardo all’analisi effettuata dall’Agenzia per l’Ambiente della Gran Bretagna, che per i suoi conti si è basata sull’impianto di Tel Aviv. Per un impianto di tipo ArrowBio da 75.000 t/anno (circa 10 volte l’esigenza della città di Ariano o pari a circa la metà dell’esigenza dell’intera provincia di Avellino), il costo dell’impianto è di circa 15 milioni di Euro. Considerando un periodo di ammortamento di 15 anni, ogni tonnellata di rifiuti in ingresso costa circa 40 Euro, ma produce una ricchezza (materiali riciclati + Biogas + fertilizzanti) pari a 25 Euro, cioè in pratica con questo sistema smaltire una tonnellata di rifiuti costa “solo” 15 Euro. Tanto per fare un raffronto mandare i rifiuti all’inceneritore costa 90 Euro a tonnellata e per quanto possa essere fatto bene ci sarà sempre una percentuale di ceneri e microparticelle tossiche prodotte. Questo è soltanto uno dei possibili sistemi che risolverebbero per sempre il problema dei rifiuti. Chi ha il coraggio di dire che sono solo fandonie e che invece bisogna continuare ad arricchire politici corrotti e la solita Camorra, a inquinare le falde acquifere e l’aria che respiriamo, tutto a spese del denaro delle nostre tasche e della salute dei nostri figli?

lunedì 23 giugno 2008

Gestione dei rifiuti a Rovato.



Prima di tutto dobbiamo chiederci: perché si fa la raccolta differenziata?

1- Perché rispetto ai decenni scorsi stiamo producendo esorbitanti quantità di rifiuti e spesso non per colpa nostra. Le case produttrici dei prodotti di uso quotidiano continuano ad usare plastica, imballaggi, materiali misti non riciclabili di ogni genere. Questi rifiuti sono troppi e creano problemi.

2- Perché non si sa dove metterli. Nelle discariche?sono già un’infinità, creano inquinamento, deturpano il territorio, sono mal tollerate dalla gente, arricchiscono gli imprenditori del settore e come nel sud incrementano il business delle ecomafie.

3- Perché non si sa dove metterli. Negli inceneritori? Gli inceneritori secondo studi recentemente pubblicati producono nano polveri PM2,5 altamente tumorali. Inquinano in maniera spropositata l’aria. Producono ceneri di scarto altamente tossiche e difficilmente smaltibili con costi altissimi. Incentivano la produzione di rifiuti per far guadagnare, ricordo che gli inceneritori stanno in piedi solo con i contributi statali. Inoltre studi scientifici dimostrano l’incremento di patologie tumorali del 20 per cento nelle zone limitrofe.

La soluzione è secondo me la seguente, niente discariche e niente inceneritori usiamo altri metodi che creano vantaggi per tutti e non solo per pochi. Ma chissà perché il bene e la salute dei cittadini non la vuole nessuno…:

- raccolta differenziata porta a porta al 70%, va bene quella di co.ge.me ma non basta e va migliorata per vari aspetti che approfondirò. Le materie prime sono una risorsa.
- Produrre meno rifiuti: prodotti sfusi, meno imballaggi, saper scegliere cosa si prende al supermercato.
- RIUTILIZZO. A modello dei Paesi del nord Europa, in cui si riporta al supermercato la bottiglia vuota e te la pagano ridandoti i soldi.
- TMB trattamenti meccanico biologico a freddo che completano il riciclo, non inceneriscono, recuperano le materie prime a modello il Centro Riciclo Vedelago che è ben tollerato dalla gente. Più guadagni per tutti soprattutto la salute per i cittadini. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione. (http://it.youtube.com/watch?v=_8Exk25viow&feature=related)

A MIO PARERE, FARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA E POI BRUCIARE TUTTO QUANTO RECILANTO NEGLI INCENERITORI VANIFICANDO LA FATICA DEL RECICLO SOLO PER FAR GUADAGNARE LE MUNICIPALIZZATE è UN PRESA PER IL C..O A SCAPITO DEI CITTADINI!

Se ciò fosse vero invito ogni cittadino a protestare per le speculazioni a danno della propria salute.

domenica 22 giugno 2008

Ghedi nucleare...

Da un articolo di Alberto Mattone giornalista de "la Repubblica"
Il Pentagono: non sicure le strutture in Europa con testate atomiche. Allarme Ghedi

ROMA - A rischio alcune basi Nato in Europa dove gli americani nascondono le testate nucleari. "Mancano le misure di sicurezza considerate come standard dal Pentagono" e non messe in atto dai paesi alleati, scrive il dipartimento della Difesa Usa. E tra queste c'è anche quella di Ghedi di Torre, in Provincia di Brescia, dove ci sarebbe un arsenale segreto di una quarantina di bombe atomiche.

L'allarmante rapporto riservato dell'Air Force degli Stati Uniti è stato divulgato, sul proprio sito, dalla Federazione degli scienziati americani (Fas). E rivela problemi di sicurezza "molto maggiori nel Vecchio Continente di quanto si conoscesse fino ad ora".
I siti militari di cui parla l'indagine, ordinata dopo che lo scorso agosto 6 ordigni atomici vennero imbarcati per errore in un B52 che sorvolò tutti gli Stati Uniti, sono quelli in cui sono custodite le testate nucleari. Queste, si trovano in basi europee controllate dagli Usa (come accade per Aviano, in provincia di Pordenone), ma alcune sono custodite in strutture nazionali (Ghedi Torre) dove sono però materialmente controllate da unità specializzate Usa (Munition Support Squadron).

Il rapporto dell'Air Force americana, parzialmente declassificato, suscita apprensione. Non c'è nessuna cifra ufficiale, ma in Europa ci sarebbero almeno 350 bombe atomiche americane nelle basi Nato dislocate tra Belgio, Olanda, Turchia, Italia, Gran Bretagna e Germania. "Quelle messe sotto accusa - spiega la Federazione degli Scienziati statunitensi - sarebbero la maggior parte di queste". Tra quelle segnalate c'è sicuramente Ghedi di Torre e la tedesca Buechel. Ma ci sono sospetti anche sulle basi di Kleine Brogel (Belgio) e Volkel (Olanda).

Il dipartimento della Difesa americano ha accertato "problemi agli edifici di supporto, alle recinzioni dei depositi, all'illuminazione e ai sistemi di sicurezza". Inoltre, "a guardia delle basi - rivela il rapporto - vengono impiegati soldati di leva con pochi mesi di addestramento".

Nel nostro Paese ci sono una novantina di testate nucleari dislocate tra Ghedi di Torre e Aviano. In queste due basi ci sarebbero tre tipi di ordigni chiamati in gergo "B61-3", "B61-4" e "B61-10", con una potenza complessiva pari a 900 la bomba di Hiroshima. Se esplodessero tutte insieme, sarebbero capaci di cancellare metà dell'Italia. L'ispezione condotta di recente in Italia dal comandate dell'aeronautica Usa in Europa, il generale Roger Brady, avrebbe convinto gli americani a smobilitare proprio la base di Ghedi e a trasferire, in futuro, gli ordigni atomici ad Aviano.

"Ora si indica che nella base del mio centro ci sono bombe atomiche - attacca la sindaca di Ghedi di Torre, Anna Maria Guarneri -. Con il collega di Aviano siamo stati tra i primi firmatari a favore della denuclearizzazione delle città italiane". Il ministro della Difesa non commenta. Mentre interviene sulla bocciatura da parte del Tar del progetto di ampliamento della base Usa a Vicenza. "Questa decisione non ci turba - spiega Ignazio La Russa - . Abbiamo dato mandato all'Avvocatura di fare ricorso al Consiglio di Stato. Gli impegni con gli alleati saranno mantenuti".


sabato 21 giugno 2008

Energia e nucleare




In Italia si torna a parlare di nucleare. Per capirne di più siamo andati a raccogliere il pensiero del Prof. Stefano Montanari.

giovedì 12 giugno 2008

Jeremy Rifkin, l'energia fai-da-te: così ci salveremo dal nucleare




Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema
Dopo l'incidente di Krsko il guru dell'economia all'idrogeno spiega perché l'Italia sbaglia


UNA fatica inutile. Perché se anche rimpiazzassimo nei prossimi anni tutte le centrali nucleari esistenti nel mondo, il risparmio di emissioni sarebbe comunque un'inezia. Un quarto di quel che serve per cominciare a rimettere le briglie a un clima impazzito. Jeremy Rifkin non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia. Come curare malattie nuovissime con la penicillina. E non c'è neppure bisogno dei campanelli di allarme tipo Krsko per capirlo. Basta guardare i numeri senza le lenti dell'ideologia. Proprio l'attitudine che, in Italia, scarseggia di più per il guru dell'economia all'idrogeno. Si vedrebbe così che l'uranio, come il petrolio, presto imboccherà la sua parabola discendente: ce ne sarà di meno e costerà di più. E che il problema dello smaltimento delle scorie è drammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. "Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?" è il suo inquietante memento. Meglio puntare su quella che lui chiama la "terza rivoluzione industriale". L'incidente all'impianto sloveno arroventa il dibattito italiano, a pochi giorni dall'annuncio del ritorno al nucleare. Cosa ne pensa? "Ho parlato con persone che hanno conoscenza di prima mano dell'incidente, e mi hanno tranquillizzato. Non ci sono state fughe radioattive e il governo ha gestito bene tutta la vicenda. Ho lavorato con l'amministrazione Jan%u0161a e posso dire che hanno sempre dimostrato una leadership illuminata nel traghettare la Slovenia verso le energie rinnovabili. Non posso dire lo stesso di tutti i paesi europei, ma posso lodare le politiche energetiche di Ljubljana".
Superata questa crisi, in generale possiamo sentirci sicuri? "Il problema col nucleare è che si tratta di un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Ovvero: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl".
Il governo italiano ha confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013. Coerenza o azzardo? "Non capisco i termini della discussione in corso in Italia. Amo il vostro paese, lo seguo da anni ma questa volta mi sento davvero perso. I sostenitori dicono: il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui".
Un finto argomento quindi quello del nucleare "verde"? "Non in assoluto, ma relativamente alla realtà, sì. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo? La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...".
Ci sono altri ostacoli lungo questa strada? "Io ne conto cinque, e adesso vi dico il secondo. Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter far meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili".
Ecoballe all'uranio, un pensiero da brividi. E il terzo ostacolo? "Stando agli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035. Come il petrolio sta per raggiungere il suo peak. I prezzi, quindi, andranno presto su. Ciò si ripercuoterà sui costi per produrre energia togliendo ulteriori argomenti a questo malpensato progetto. Aggiungo il quarto punto. Si potrebbe puntare sul plutonio. Ma con quello è più facile costruire bombe. La Casa Bianca e molti altri governi fanno un gran parlare dei rischi dell'atomica in mani nemiche. Ma i governi buoni di oggi diventano le canaglie di domani".
Siamo arrivati così all'ultima considerazione. Qual è? "Che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata".
Se questi sono i dati che uso ne fa la politica? "Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalità. E questo discorso, anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche".
In che senso? C'è un'energia di destra e una di sinistra? "Direi modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall'alto in basso, appartiene al XX secolo, all'epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo".
E il modello democratico, invece? "È quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet". Immagina che sia possibile applicarlo anche in Italia? "Sta scherzando? Voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c'è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili".
Ci dica come si affronta questa transizione. "Bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non è un'opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%: voi da dove avete cominciato? Oggi il settore delle costruzioni è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie a idrogeno per immagazzinare questa energia. E una rete intelligente per distribuirla". Oltre che motivi etici, sembrano essercene anche di economici molto convincenti. È così? "In Spagna, che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni "verdi". Il nucleare, invece, è una tecnologia matura e non creerà nessun posto di lavoro. Le energie alternative potrebbero produrne migliaia".
A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un'altra strada. Eppure non è solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perché? "Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".


di RICCARDO STAGLIANÒ

domenica 8 giugno 2008

Alternative intelligenti agli inceneritori? Moltissime!!



Il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (MTB) è una tecnologia per la gestione a freddo dei rifiuti indifferenziati. Tali impianti separano in vari flussi (metalli, plastica, vetro...) il residuo delle raccolte diferenziate, La componente organica separata dal residuo inorganico viene ulteriormente separata e destinata in parte al compostaggio (il compost risultante puo' essere utilizzato per riempimenti, sottofondi e opere di copertura di discariche) e in parte alla digestione anaerobica per produrre biogas (impiegato come combustibile). La frazione residua da mettere in discarica al termine del processo è attualmente stimabile in un 9% di tutti gli RSU, tale frazione pero' è inerte e dieci volte meno inquinante del caso degli RSU non trattati nelle discariche tradizionali.

Le fasi di funzionamento del trattamento a freddo meccanico biologico MTB


1. Separazione meccanica dei diversi flussi tramite vagliatura. Ciò che rimane sopra il vaglio (chiamato sopravaglio) è costituito principalmente da materiale inorganico recuperabile (vetro, plastica, metalli, tessuti,...). Ciò che filtra sotto il vaglio (sottovaglio) è sostanzialmente rifiuto organico.

2. Recupero dei materiali. Sfruttando la differente densità dei materiali si adottano mezzi meccanici diversi per separare completamente i materiali del sopravaglio e avviarli all’industria del riciclaggio. Sarebbe molto utile che all’interno dell’area dell’impianto TMB vi siano anche impianti per il riciclaggio, che in Italia non sono così sviluppati e che permetterebbero ingenti guadagni, come avviene all’estero.

3. Percolazione. Il sottovaglio, costituito da rifiuti organici è composto da una parte solida e da una liquida. Il percolatore separa le due frazioni in modo che la parte solida sia mandata al gruppo di compostaggio, mentre quella liquida viene immessa nel digestore anaerobico (cioè funziona in assenza di ossigeno) per produrre biogas.

4. Compostaggio. I rifiuti organici solidi sono digeriti da microorganismi aerobi (cioè lavorano in presenza di ossigeno) per produrre un humus fertile adatto per il ricoprimento delle discariche (che permette di far sì che il carbonio della parte organica dei rifiuti della discarica sia sequestrato dal terreno, riducendo la formazione di gas serra come metano e anidride carbonica). Il compost non può attualmente essere usato in campo agricolo - a differenza del caso di impianto di compostaggio dedicati solo ai rifiuti organici- perché questo compost è contaminato da altre sostanze dei rifiuti solidi urbani.

5. Digestione anaerobica. In un grosso reattore la parte liquida dei rifiuti organici è degradata da batteri anaeobi in modo accelerato, al fine di produrre biogas. Questo viene poi filtrato e depurato per recuperare il metano in esso contenuto (fino a un 70%) e venderlo o come combustibile o come gas da cucina (e così risolviamo in parte il problema del gas).

6. Centro di ricerca. Un centro in cui si studiano i limiti dell’impianto nel recuperare i materiali e il modo in cui questi sono progettati. Il fine è indicare ai produttori la via migliore per riprogettare i prodotti in modo che siano riciclabili al 100% e trovare soluzioni migliori per migliorare l’impianto stesso per recuperare il più possibile. (fonte: globalproject.info)

sabato 7 giugno 2008

Oggi marcia per il clima: siete pronti?

Siete pronti per oggi pomeriggio alle 14,30 quando da Milano, in piazza San Babila, partirà la marcia per il clima! Ne aveva parlato Viviana qualche post fa. L’iniziativa è promossa da Legambiente e prevede diversi appuntamenti già da stamane: c.so Venezia è chiuso al traffico, e l’asfalto è decorato con tante piante, il Dj set è alimentato energia solare.
Segue il funky pic nic e la marcia. Sul palco si alterneranno Frankie Hi Nrg e Bunna degli Africa Unite. E per chi ne volesse sapere di più può visitare gli stand sulle aree tematiche: acqua, energia, mobilità. A disposizione anche un corso per autocostruzione di pannelli solari termici, a cura di Rast (Rete per l’autocostruzione del solare termico). Per strada l’animazione è affidata ai Freakclown.
Se invece siete dei marciatori virtuali perché non riuscite ad andare a Milano e volete intraprendere la strada della virtù potete aderire nei fatti con pochi ma efficaci impegni:
-Sostituire almeno due lampadine da 100 W a incandescenza con le equivalenti da 20 W a basso consumo
-Aumentare del 10% la raccolta differenziata
-Rinunciare all’automobile almeno una volta alla settimana
-Effettuare due cicli di lavatrice a settimana a 40 gradi anziche’ a 90 gradi
-Spegnere sempre lo stand-by di un apparecchio elettronico
-Abbassare la temperatura di casa da 21 a 20 gradi centigradi

giovedì 5 giugno 2008

Fuga in centrale nucleare slovena L'Europa rivive l'incubo di Cernobyl

Fuoriuscita di liquido dall'impianto di raffreddamento a Krsko, 130 km da Trieste
La Ue lancia l'allerta per tutta Europa, dopo qualche ora l'allarme rientra


L'incidente. Il sistema d'allerta dell'Ecurie (European Community Urgent Radiological Information Exchange) riceve un'informativa dalla Slovenia alle 17.38 ora italiana e la comunicazione viene trasmessa a tutti i 27 Stati membri dell'Unione. I responsabili della centrale, situata nella regione sud-occidentale della Slovenia a circa 120 chilometri dalla capitale Lubiana, decidono di spegnere il reattore, la cui capacità alle 19.30 ora italiana è ridotta al 22%. Successivamente si apprende che la centrale viene fermata "per qualche ora", in modo da determinare le cause della fuga. L'Ecurie è stato creato dall'Ue nel 1987, dopo la tragedia di Cernobyl. Entra frequentemente in azione ma è piuttosto raro che Bruxelles ritenga un incidente grave al punto da renderlo di pubblico dominio. (4 giugno 2008)
Claudio Scajola, un ministro nucleare…

Anagrafe Nato a Imperia il 15 gennaio 1948.
Curriculum Laurea in Giurisprudenza nel 2000; funzionario pubblico all’Inadel; consigliere comunale e poi sindaco Dc di Imperia; in Forza Italia e in Parlamento dal 1996, ministro dell’Interno e poi dell’Attuazione del programma nel governo Berlusconi-2; coordinatore del partito prima di Bondi e infine presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco); 3 legislature (1996, 2001, 2006).
Soprannome Sciaboletta.
Segni particolari Nel 1995 dice di Forza Italia, alleata con An: «Sono solo dei fascistelli». L’anno seguente cambia idea e si candida con i fascistelli. Per diventare ministro, nel 2001, si laurea in tutta fretta alla veneranda età di cinquantatré anni.
Fedina penale È il primo ministro dell’Interno della storia d’Italia ad aver conosciuto le patrie galere: non per le solite visite umanitarie, ma per esservi stato detenuto per quasi 3 mesi. La sua famiglia superdemocristiana ha regalato a Imperia tre sindaci: il padre Ferdinando (costretto a dimettersi negli anni Cinquanta perché sospettato di aver favorito il cognato per un posto di primario nel locale ospedale), il figlio Alessandro, e infine lui, Claudio, nel 1982. L’anno seguente, però, è già in manette. Arrestato dai carabinieri il 12 dicembre 1983, per ordine dei giudici milanesi (pm Davigo, Di Maggio e Carnevali, giudice istruttori Arbasino e Riva Crugnola) che indagano sullo scandalo dei casinò: una storiaccia di clan mafiosi siciliani che han messo le mani sulle case da gioco di Sanremo e Campione d’Italia, accordandosi con i politici locali.
Scajola è accusato di essersi incontrato in Svizzera con il sindaco di Sanremo e il conte Borletti – che aspirava al controllo del casinò sanremese – e di avergli chiesto alcune decine di milioni (una cinquantina, pare, dell’epoca), a titolo di «rimborso spese» per l’impegno profuso dai politici di Imperia e Sanremo. L’accusa è di tentata concussione: 70 giorni a San Vittore. Ma alla fine, dopo un lungo e accidentato processo, nel 1990 viene assolto. Non perché i fatti non siano realmente accaduti. «Ma perché – spiegherà il fratello Alessandro, anche lui deputato forzista – Claudio fece quel viaggio su incarico del partito». L’accusa, insomma, non riesce a dimostrare che quel denaro l’avesse chiesto per sé, anziché per il collega sanremese.
Assenze 253 su 4875 (5,2%) missioni 4557 su 4875 (93,5%).
Frase celebre «Fatevi dire da Maroni se Marco Biagi era una figura centrale. Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza» («Corriere della Sera», 30 giugno 2002).
«Potrebbe esserci un combinato disposto tra la vicenda Sme e il caso Telekom Serbia. Dopo quanto sta emergendo [dalle dichiarazioni di Igor Marini su Prodi, Fassino e Dini, nda], l’atteggiamento di molti potrebbe essere mutato. Alla fine l’immunità parlamentare potrebbe essere uno strumento più utile ad altri che a Berlusconi (…) Sono discorsi delicati, ma purtroppo l’Italia rischia di tornare indietro di dieci anni e, come si dice, à la guerre comme à la guerre…» (20 maggio 2003).

venerdì 30 maggio 2008

Nucleare in Italia? Per gli Usa è solo una pericolosa speculazione


L’incredulità degli americani all’annuncio di Mr. Berlusconi e Mr. Scaiola di voler iniziare la costruzione di centrali nucleari in Italia è stata, come dire? immensa. E pronta la risposta arriva via Wall street journal che dalle sue colonne affida l’editoriale di oggi alla penna sagace di Henry Sokolski executive director del Nonproliferation Policy Education Center una associazione no-profit che che ha al suo attivo collaborazioni con il Senato e la prima amministrazione Bush.
Scrive Sokolski:
Perché, allora, il signor Berlusconi ha annunciato ora il nucleare? La riduzione promessa la settimana scorsa sulle accise su benzina e diesel fa pensare che il Governo stia progettando e predisponendo soluzioni rispetto agli aumenti dei carburanti.Gli esperti in materia di energia, però, sospettano qualcosa di più sinistro. L’annuncio potrebbe essere parte di uno sforzo a lungo termine da parte della più grande Utility europea per spingere i concorrenti più piccoli ad organizzare massiccio sostegno al Governo governativo per i grandi e costosi programmi delle centrali nucleari. Italiani ed europei possono solo sperare che questa speculazione sia sbagliata. Al contrario l’Ue incoraggia la concorrenza e l’eliminazione delle sovvenzioni pubbliche nel settore energetico.

Insomma, Sokolski esprime la preoccupazione che l’Unione europea possa finire per reprimere la concorrenza di mercato nel settore energetico considerata la necessità. Mentre la soluzione potrebbe proprio essere quella di seguire il mercato non drogato dalle sovvenzioni statali. Nei prossimi 17 anni saranno arrestati in Europa 145 reattori nucleari e dunque materialmente non ci sarebbe il tempo di costruirne altrettanti in così breve tempo.Conclude Sokolski:
Nel frattempo, in Italia e in Europa sarebbe saggio stare lontano da investimenti energetici che nessuna banca privata rilascerebbe senza aiuti statali.