martedì 29 luglio 2008

Tricastin, nuovo incidente: fuoriuscita polvere radioattiva!

Oltre cento impiegati sono stati allontanati dalla centrale nucleareSotto accusa il reattore 4: è il terzo episodio nell'impianto del sud della Francia
PARIGI - Torna la paura in Francia per un nuovo incidente alla centrale nucleare di Tricastin, a 40 chilometri da Avignone, nel sud della Francia. Oggi un centinaio di impiegati sono stati sgomberati dall'impianto a causa dell'allarme lanciato dopo una nuova fuoruscita di polvere radioattiva dal reattore numero 4. Sulle 127 persone sgomberate, 45 sono state condotte in infermeria. Due operai presentano "tracce estremamente deboli" di radioattività definite "non significative". "Siamo al di sotto della soglia", ha rassicurato Jean Girardi, un ingegnere della centrale che ha parlato con la televisione privata lci. Per la compagnia elettrica Edf, questa fuoruscita di polveri non ha alcuna incidenza sulla salute del personale interessato. Sull'incidente, che si è verificato questa mattina alle 9:30 nell'edificio del reattore numero 4, fermo per manutenzione, sono in corso indagini. Si tratta del terzo incidente a Tricastin nell'ultimo mese e il quarto nella zona: il 23 luglio cento dipendenti sono stati "leggermente contaminati" con radioelementi fuorusciti da un condotto sempre dal reattore numero 4. Il 7 luglio scorso per errore sono stati riversati 74 chili di uranio in due fiumi.

domenica 27 luglio 2008

Il posto più inquinato del mondo

Ormai è deciso, Torino avrà un termovalorizzatore di dimensioni paragonabili a quello di Brescia. Secondo Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma, l’impianto di Brescia starebbe “inquinando l’intera Lombardia”, tanto che solo nella stessa città lombarda non ci sarebbe “un solo allevamento di bovini che sia senza diossina”. E sul fatto che l’inceneritore di Brescia sia considerato il migliore del mondo, il ricercatore puntualizza: “Quell’impianto ha vinto un premio, certo. Ma nel comitato scientifico di chi gli ha dato il premio c’è una delle aziende che ha fatto l’impianto. Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite”. “E’ incredibile – ha continuato Noviello – che qualcuno proponga quell’inceneritore come modello. A Brescia i disastri ambientali sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la commissione Europea è intervenuta”. La vicenda delle diossine nel latte è oltremodo preoccupante perché si colloca in un contesto in cui, come è noto, i bresciani hanno già una concentrazione elevatissima di queste sostanze nel sangue (più che a Seveso). Il fatto che, dopo il disastro Caffaro (l’azienda che produceva pesticidi), a Brescia circoli del latte con le diossine oltre i 6,5 picogrammi per grammo di grasso (ma sarebbe intollerabile anche se le diossine fossero di poco sotto i 6 pg) è scandaloso, se si tiene conto che mediamente le diossine nel latte italiano risultano al di sotto di 1 pg/gr grasso.


venerdì 25 luglio 2008

Visione del futuro con le rinnovabili!

Questa è la visione del futuro intelligente. Certo, utilizziamo ancora energia da altri paesi, ma la cooperazione è alla base della vita, è alla basa della comunità e della convivenza reciproca. Lo scambio culturale e commercia è alla base del miglioramento. Fatto stà che le idee perverse del nano che sta al governo sono absolete, sono ormai superate da ogni punto di vista. Questo anziano di 70 anni che sta al governo e tutti i suoi amichetti e amichette dovrebbero darsi una svegliata. Nucleare e inceneritori sono tecnologie superate. Guardiamo al futuro, pensiamo al futuro.


Da ecoblog un interessante articolo.

Il progetto del Presidente francese Sarkozy di creare una Unione del Mediterraneo che inglobi le necessità del Bacino fatte sopratutto di bisogni energetici, si fa sempre più reale. Dopo la riunione dello scorso 13 luglio a cui hanno preso parte i rappresentanti dei 27 dell’Ue più Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Mauritania, Sira, Tunisia, Turchia, Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro più l’Autorità palestinese, il quadro di quello che sarà il futuro nel 2050 è parso più chiaro: adieu al petrolio e via libera a tutte le fonti di energia rinnovabile, quella solare su tutte.
E Sarkozy invita i paesi dell’Unione ad iniziare a porre le basi per la rivoluzione solare nei prossimi dieci anni, tra il 2012 e il 2020, quando sarà necessario avviare tutte le infrastrutture per non farsi trovare impreparati a quella che se non sarà la fine del petrolio ci assomiglierà molto.

E’ in questo contesto che emerge il progetto di catturare l’energia solare nel deserto del Sahara: DESERTEC che rientra nel più ampio quadro di TREC (Trans-Mediterranean Renewable Energy Cooperation ) ideato e messo a punto da Club of Rome, Hamburg Climate Protection Foundation e NERC (National Energy Research Center of Jordan).
La soluzione è stata presentata due giorni fa a Barcellona durante l’ESOF 2008 (Euroscience Open Forum). Ha detto Arnulf Jaeger-Walden dell’Istituto per l’Energia della Commissione Europea:
Basterà catturare lo 0,3% dell’energia solare che scalda il deserto del Sahara per sopperire ai nostri bisogni energetici.

Purtroppo però i dati diffusi ieri dal Gse dicono che l’Italia è in controtendenza rispetto alle indicazioni se non europee quantomeno di Sarkozy e dell’Unione del Mediterraneo: nel 2007 è derivato dalle rinnovabili il 15,7% della produzione totale di energia elettrica, il dato più basso degli utlimi 15 anni. Il peggioramento è stato causato dalla contrazione della filiera idroelettrica (-11,3%), che per noi è la primaria fonte di energia rinnovabile e che copre il 9,5% della produzione, seguita dalle biomasse (2,0%), geotermico (1,5%) e eolico (1,2%). Il fotovoltaico, nonostante gli incentivi del Conto Energia, non è ancora esploso: nel 2007 sono stati prodotti 10 milioni di kWh.

Ma come mai un Paese come la Francia che ha al suo attivo 60 centrali nucleari decide di puntare per il prossimo futuro sull’energia solare? Semplice le centrali francesi stanno invecchiando e dismetterle e stoccare le scorie costa almeno tanto quanto costruirne di nuove e evidentemente i francesi intendono rivolgere questi investimenti verso altre forme di approvvigionamento più durature. Certo la strada non è facile: la Libia si è tirata fuori, ad esempio e il Mondo arabo non è profondamente convinto della richiesta francese del nuovo assetto geopolitico.
Diciamoci la verità, i grattacapi mediterranei sono tanti, ad esempio, come si potranno conciliare le politiche israeliane con quelle arabe? o come la Francia potrà giocare un nuovo ruolo preminente nel Mahgreb? L’autodeterminazione di questi popoli è un dato di fatto e sono ancora loro a detenere la materia prima: sole a sufficienza per se e per gli impianti europei. Dunque solo un abile scacchiera di interessi e negoziazioni potrà vedere l’attuarsi dell’Unione del Mediterraneo. Ce la farà Sarkò?

mercoledì 23 luglio 2008

Fuga da centrale nucleare Contaminati 100 operai

Francia: fuga da centrale nucleare di Tricastin, contaminati 100 operai
Raggiunti da elementi radioattivi fuorusciti da una tubatura del reattore 4 fermo per manutenzione
PARIGI (FRANCIA) - Cento operai della centrale nucleare del Tricastin, dove alcuni giorni fa c'era stata una fuga di materiale radioattivo, sono stati contaminati «leggermente» oggi da elementi fuorusciti da una tubatura nella reattore numero 4, fermo per manutenzione.
La centrale nucleare di Tricastin (Ap)Lo ha reso noto la direzione di EDF la società elettrica che gestisce la centrale nucleare.
FUGA DI COBALTO 58 - Gli operai irradiati nella centrale di Tricastin, che si trova a oltre 200 chilometri dall'Italia, sono stati contaminati dal cobalto 58. L'incidente, secondo EDF, è avvenuto questa mattina e avrebbe provocato contaminazioni «leggere, 40 volte inferiori al limite regolamentare». I 97 dipendenti sono stati evacuati d'urgenza dalla centrale quando l'allarme della contaminazione si è messo a suonare per una fuga nel reattore numero 4. Fra i 97, sarebbero 91 ad aver presentato segni di contaminazione al cobalto 58, un «metallo bianco» che entra nella composizione di leghe speciali, pneumatici e coloranti ma che, attivato a livello radio, è presente nei reattori e, da solo, possiede il 39% di tutta l'attività irradiante. Gli impiegati contaminati sono stati visitati e rimandati a casa, per loro non esisterebbero pericoli immediati. Si tratta del terzo incidente nucleare nella regione in meno di 16 giorni.
NUOVO INCIDENTE - In precedenza si era infatti appreso del terzo incidente ad una centrale nucleare negli ultimi 20 giorni, dopo quello di Tricastin del 7 luglio e quello di Roman Sur Isere del 18 luglio. Altri quindici operai dell’impianto nucleare di Saint Alban, nella regione dell’Isere (sud della Francia), sarebbero stati contaminati nei giorni scorsi dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Lo riferisce Electricité de France (Edf), l’azienda elettrica francese. «Gli operai sono stati leggermente contaminati nel corso di un intervento di manutenzione su un cantiere dell’unità produttiva numero due», ha indicato un responsabile della direzione. In seguito all’incidente, avvenuto venerdì, sono state ritrovate «tracce di elementi radioattivi» nel corso dei monitoraggi e dei controlli di routine dei dipendenti dell’impianto. I lavoratori sono stati sottoposti a un controllo medico ma l’azienda esclude che vi siano conseguenze di alcun tipo per la loro salute. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite.

lunedì 21 luglio 2008

Milano è tra le dieci città più inquinate al mondo

E’ la regina delle firme, del Made in Italy, ma anche del PM10. Milano non ha scampo: è tra le dieci città più inquinate al mondo. Lo rivela la rivista statunitense Popular Science, che mette accanto alla nostra capitale degli affari, Linfen, in Cina, dove i cittadini vivono sotto una cappa di carbone e Dakar che ha i bacini idrici inquinati streptococchi fecali 17 volte oltre il limite della normalità.
Fanno compagnia a Milano anche Oroya, in Perù, dove nel sangue del 99% dei bambini il livello di piombo va oltre la soglia di pericolosità fissata dall’OMS; Cubatao, il polo chimico brasiliano; Pittsburgh in Pennsylvania, ex capitale dell’acciaio e la storica Città del Messico riconosciuta a livello mondiale come capitale più inquinata.
Ecco la classifica (non c’è il podio, sono tutte e 10 a pari livello): Oroya (Perù); Città del Messico; Kawbe (Zambia); Norilsk (Russia); Cubatao (Brasile); Sumgayt (Azerbaijan) e Pittsburgh (Pennsylvania).

venerdì 18 luglio 2008

Francia: nuova fuga radioattiva! il quinto in due mesi!

Venerdì 18 luglio 2008
Acque contaminate da elementi radioattivi sono fuoruscite da una centrale nucleare a Romans-sur-Isere.
Dieci giorni fa un incidente analogo nella centrale di tricastin

PARIGI (FRANCIA) - Ancora un incidente in Francia dopo quello di dieci giorni fa a Tricastin.
Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, nel sud-est della Francia. Lo ha reso noto stamane l'Autorithy francese per la sicurezza nucleare. L'incidente arriva a 5 giorni dalla clamorosa protesta di Greenpeace a Parigi.
L'INCIDENTE - La fuoruscita delle acque contaminate è stata causata da una rottura nel sistema di canalizzazione. Si tratta del secondo episodio di questo genere in due settimane, dopo quello avvenuto la notte tra il 7 e l'8 luglio nella centrale di Tricastin, sempre nella Francia meridionale, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Per questo primo episodio, Areva ha ammesso, dopo un'inchiesta interna, che all'origine dell'incidente c'è stata «mancanza di coordinamento» tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento.

lunedì 14 luglio 2008

Provaglio d'Iseo...fotovoltaico!!!

29/05/2008 - PREMIO SODALITAS SOCIAL AWARD

AGS ha partecipato, presentando il progetto Fotovoltaico Facile, al convegno "Sostenibilità e Responsabilità sociale", organizzato dalla Fondazione Sodalitas, presso Assolombarda, che ospita la premiazione dei migliori progetti di Responsabiltà sociale realizzati dalle aziende italiane. AGS ha vinto il Primo Premio della categoria dedicata alla "MIGLIORE INIZIATIVA DI SOSTENIBILITA'".All'edizione di quest'anno hanno partecipato 210 imprese con 260 progetti ed è emerso come, sempre di più, le aziende siano attente al tema della Sostenibilità, in tutti i suoi aspetti: dal risparmio energetico, all'attenzione per l'ambiente, dalla riduzione dei gas serra, alle energie rinnovabili.
AGS è stata premiata proprio con queste motivazioni.Hanno ritirato il premio il Sindaco Prof.ssa Giuseppina Martinelli, il Presidente di AGS Ing. Marco Frera, l'Assessore Ing. Giuseppe Bartolini
Perchè non prendere Provaglio come esempio anche a Rovato?

domenica 13 luglio 2008

Ennesimo incidente nucleare...dopo Francia e Svezia...anche in Spagna a Valecia

Ennesimo incidente nucleare...dopo Francia (tre giorni fa) e Svezia (ieri)...anche in Spagna a Valencia questa notte.
Ma crediamo ancora alle balle che ci raccontano sul nucleare sicuro? un pannello fotovoltaico non esplode e non è radioattivo...

I nostri giornali continuano a snobbare questi incidenti...leggete i giornali degli altri Paesi!

http://www.elmundo.es/elmundo/2008/07/13/valencia/1215936226.html

Ma credete ancora alle balle che vi raccontano? date un’occhiata ai giornali stranieri in questo periodo! Incidente nucleare in francia, ieri in svezia, oggi a Valencia in spagna (notizia da elmundo.es).Il mese scorso in slovenia…un po troppi per definire il nucleare sicuro. E i nostri giornali sprofondano nel mutismo più assoluto.Il fotovoltaico è sicuro, l’eolico è sicuro, il geotermico è sicuro, l’idraulico è sicuro…il nucleare NO!!!

Campania, in una lettera dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) la verità sull'emergenza rifiuti

I Comuni sono messi nella condizione di scegliere la raccolta "indifferenziata", poichè sono obbligati a consegnare una determinata quantità di rifiuti che non potrà mai essere raggiunta se li differenziano. Come succede a Brescia...

mercoledì 9 luglio 2008

Provaglio d'Iseo e i pannelli fotovoltaici

Dai è semplice!!facciamo anche noi!!!!
Politica esemplare a Provaglio d’Iseo. Altro che cogeme e a2a...
L’azienda municipalizzata assorbe il costo degli impianti fotovoltaici finanziati da una banca con 2 milioni di euro al tasso del 5,9% rimborsabili in 20 anni da installare sui tetti delle case di 100 famiglie del paese.E se l’iniziativa avrà il prevedibile successo la banca ha già messo sul piatto altri 2 milioni per raddoppiare il numero di coloro che potranno usufruire di questa possibilità offerta dagli amministratori del loro comune.In 20 anni le famiglie con le bollette dimezzate ammortizzeranno il costo dell’impianto fotovoltaico installato gratis sul tetto della loro casa fornendo energia pulita, oltre che per se stesse, anche per gli edifici comunali ad uso pubblico che ne beneficeranno gratis come ricompensa.Dal 21esimo anno il debito sarà saldato e le famiglie rimarranno uniche proprietarie di quegli impianti.Un esempio di buona politica che in Italia purtroppo fà notizia e che val la pena far sapere perché non accade in Olanda o in Svezia, ma a Provaglio d’Iseo, un tranquillo borgo bresciano della Franciacorta formato da tre distinte frazioni immerse nel verde degli innumerevoli vigneti a un tiro di schioppo dal lago d’Iseo che in quella zona è dominato da un austero monte a strapiombo.In questo modo la banca finanziatrice, il Credito cooperativo di Pompiano e Franciacorta, con tassi politici aiuta la giunta comunale a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale!Con i pannelli solari ci guadagnano tutti: in salute perché l’energia prodotta è priva di CO2 e in termini economici perché meno costosa degli impianti tradizionali che funzionano a gasolio o a metano.Il progetto è ormai avviato, le prime famiglie avranno gli impianti funzionanti già da marzo 2008.
articolo da altrabrescia.it
Ci guadagna la banca, ci guadagna il cittadino, ci guadagna il comune!!!dai è l'uovo di colombo!

Incidente nucleare a Tricastin: giornali italiani vs giornali francesi

Come spiegato qui sotto, la centrale nucleare francese di Tricastin (appartenente alla Socatri, gruppo Areva) ha disperso, ieri mattina presto, una soluzione di uranio nei fiumi circostanti. L’incidente si è verificato durante l’operazione di pulitura di una cisterna.
Quello che mi incuriosisce è la ricostruzione dell’incidente fatta dai giornali italiani, come il Corriere della Sera o il Messaggero (già citato da PiccoloSocrate), secondo cui le autorità francesi all’unanimità considerano pari a zero il rischio per la popolazione, salvo poi impedire pesca, bagni, irrigazione ed estrazione di acqua dai pozzi così per “precauzione”, quasi per sport. Non esistono solo i comunicati stampa e le dichiarazioni delle autorità come i prefetti.
Leggendo Le Figaro (orientamento politico: centro-destra) e Le Monde (centro sinistra) la storiella pare un po’ più complessa. Si apprende che la quantità di uranio sversata durante questo incidente (12 g per litro d’acqua, circa 360 kg di uranio secondo Le Monde) sorpassa di 100 volte la quantità massima autorizzata di liquido radioattivo legalmente sversabile dalla Socatri in un anno intero!
Altra cosa: è vero che le acque sotterranee non presentano al momento valori anormali di uranio. Peccato pero’ che questo non sia anche il caso per le acque di superficie! Motivo per cui sono in vigore le restrizioni di cui sopra.
Infine, Le Monde nota alcuni “fatti” misteriosi: secondo uno studio tedesco, nei pressi dei siti dove sorgono le centrali nucleari si verificano piu’ leucemie infantili rispetto alla media nazionale. Per l’esattezza i tumori del sangue nei bambini hanno una frequenza più che doppia (2,2 volte) rispetto alla media in un raggio di 5 km dalle centrali nucleari e la frequenza di tali tumori rimane più elevata in un raggio di 50 km intorno alle centrali. Le Monde nota anche che altri studi hanno invece contraddetto queste ipotesi tedesche, ma non per quanto riguarda almeno 3 siti nucleari europei: Sellafield e Dounreay in Gran Bretagna e Krummel in Germania.

Francia, incidente nella centrale. Acqua contaminata nei fiumi

Fuoriuscita di liquido, allarme nella zona di Avignone
E' successo durante l'operazione di pulitura di una cisterna

MILANO — Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi — La Gaffière e L'Auzon — nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone. L'allarme è rientrato quasi subito (l'incidente è avvenuto intorno alle 6,30 del mattino): l'agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha parlato di «rischio debole per la popolazione». Dello stesso parere i prefetti dei dipartimenti di Vaucluse e Drome. Le autorità locali hanno comunque preso misure di precauzione. Nei comuni di Bollèn e, Lapalud e Lamotte- du-Rhône sono stati vietati la presa d'acqua dai pozzi e l'impiego dell'acqua dei fiumi per irrigare i campi. Vietati anche la pesca, il consumo di pesce e i bagni nelle acque inquinate. L'incidente è avvenuto durante un'operazione di pulizia di una cisterna nello stabilimento Socatri, azienda del gruppo Areva, in attività dal 1975. «È la prima volta che si verifica un incidente del genere — ha detto Gilles Salgas, responsabile della comunicazione della società Socatri —. Su una scala di incidenti nucleari che va da 0 a 7 dovrebbe essere classificato a livello 1»
Una prima ricostruzione della dinamica dell'incidente è arrivata da una portavoce dell'Asn, Evangelia Petit: i circa trentamila litri di liquido contenente uranio — ha spiegato — si sono riversati durante alcune operazioni di pulitura, finendo al suolo e quindi in un canale adiacente, da dove poi sono finiti nei due fiumi. «Una parte della soluzione — ha precisato il direttore della sicurezza dell'Istituto di radioprotezione e sicurezza nazionale (Irsn), Thierry Charles— è stata recuperata, un'altra si è diluita nei corsi d'acqua e la terza fortunatamente non ha raggiunto la falda freatica». Le dichiarazioni rassicuranti delle autorità non sono servite a evitare lo scoppio di polemiche. «È impossibile che una diffusione di uranio di tale entità non abbia conseguenze importanti sull'ambiente e forse anche sulla salute della popolazione» dicono dall'organizzazione ecologista «Sortir du Nucleaire». In questi mesi in Francia il nucleare è un tema caldo dopo l'annuncio del presidente Nicolas Sarkozy di voler aumentare il numero di centrali sul territorio nazionali (attualmente sono 53). .

lunedì 7 luglio 2008

A Brescia vi sono inquietanti analogie con la Campania


"A Brescia si finge di fare la raccolta differenziata"

"Nel latte di aziende dei dintorni della città si è recentemente scoperta una presenza di diossine fuori norma; si nota inoltre un'elevatissima incidenza di tumori al fegato".
14 gennaio 2008
Fonte: http://www.ambientebrescia.it/

Ma il Registro tumori dell'Asl, rassicurante, sostiene, senza dati verificabili, che ciò è imputabile all'eccesso di epatiti e di consumi di alcol (Giornale di Brescia, 10 novembre 2007).
Va segnalato che l'ing. Renzo Capra, presidente di Asm, fa parte del Comitato scientifico del Registro tumori dell'Asl, di cui è anche finanziatore.
Si sostiene che vengono risparmiate 470 mila tonnellate l'anno di emissioni di CO2. ma non si dice che il confronto viene fatto con la discarica e non con il riciclaggio, che consente risparmi di emissioni di CO2 tre volte superiori (AEA Technology. Waste management options and climate change, European Commission, 2001). A Brescia si finge di fare la raccolta differenziata. Ma questa viene annullata dal continuo aumento dell produzione dei rifiuti, assimilando gli speciali.
In 10 anni, da quando funziona l'inceneritore, il rifiuto indifferenziato da smaltire è sempre rimasto pari a 1,1 Kg/giorno/pro capite, esattamente come la Campania, 5-6 volte superiore a quello indifferenziato dove si fa la RD "porta a porta" con tariffa puntuale (es. Consorzio Priula Treviso). L'inceneritore del resto ha bisogno di rifiuti ed Asm è riuscita a compiere il "miracolo" di mantenere le stesse quantità in 10 anni!
Per gonfiare i risultati Asm dà i numeri in chilowattora ( 570 milioni ), facendo finta di non sapere che l'unità di misura, fuori dal domicilio privato, è il gigawattora (milioni di KWh) o il terawattora (miliardi di KWh). In verità il megaimpianto di Brescia ( 800.000 tonnellate/anno ) ha una potenza pari ad un decimo di una normale centrale turbogas; il costo impiantistico per MW installato è 5-6 volte quello di una centrale turbogas; la resa è di circa 20% del potere calorifico presente nei rifiuti contro un 55% di una centrale turbogas; la poca energia ricavata è annullata dallo spreco di altri materiali preziosi ( 5-6 mila tonnellate di ferro; 6 mila tonnellate di alluminio; centinaia di tonnellate di rame, ogni anno nelle ceneri, nel caso di Brescia ). Insomma nell'inceneritorista Lombardia, con 13 impianti, il contributo di questi alla produzione di energia elettrica è pari al 2%!
E' una macchina dello spreco e antieconomica che si regge solo sugli scandalosi contributi Cip6 (leggi il post) - per l'inceneritore di Brescia, oltre 60 milioni di euro l'anno, per 8 anni, il doppio dell'investimento impiantistico!.
Nel 2006 l'inceneritore Asm è proclamato "campione del mondo", avendo vinto il "Wtert 2006 Industry Award". Sennonché l'Ente premiatore, Wtert, della Columbia University ha tra gli sponsor la Martin GmbH, Germany, produttrice dello stesso impianto Asm." Marino Ruzzenenti

venerdì 4 luglio 2008

Il sindaco di Napoli Jervolino in pellegrinaggio all'inceneritore di Brescia

E’ da stamane che il sindaco Rosetta Jervolino è in pellegrinaggio all’inceneritore di Brescia. Un po’ per chiedere asilo all’immondizia napoletana (ma la Lega ha imposto le sue condizioni: inceneritore ad Acerra e discarica di Chiaiano) un po’ per capire davvero come funziona un eco-mostro (ma lei non lo sa).
Intanto al tavolo della conferenza Stato-Regioni tenuto proprio in queste ore dal Ministro Raffaele Fitto e preannunciata da Berlusconi ad Acerra, Roberto Formigoni, Governatore della Lombardia fa sapere che non si torna indietro e che i camion carichi di spazzatura ( non si sa di che genere) sono attesi a Brescia. Ne parlo al cellulare con Giulia Loglio blogger di Altra Brescia TV, presente nello spiazzale antistante l’inceneritore assieme ai Gruppi ambientalisti e ai ragazzi del Meetuop Beppe Grillo di Brescia che attendono la prima cittadina napoletana per consegnarle una lettera di protesta con le motivazioni.
Ma i delegati saranno ricevuti solo intorno alla 13, 00 e accolti dall’addetto stampa della Jervolino che promette di far avere la lettera. Assolutamente contrario all’incontro con i gruppi ambientalisti il primo cittadino Bresciano Adriano Paroli.

Chi ha guidato la visita della delegazione Campania? I dirigenti della A2A (candidati alla gestione del futuro inceneritore ad Acerra) che per bocca del suo direttore Antonio Buonomo, aveva fatto sapere, qualche giorno fa e ve ne ho dato conto, che forse era un po’ più complesso di quello che sembrava trattare i rifiuti napoletani a Brescia, considerato che non si sa di che cosa sono fatti.
Preoccupazione che ha scatenato la sequenza di no della Lega guidati dal capogruppo al Comune di Brescia Nicola Gallizioli che dice che in sostanza ognuno si deve tenere e smaltire i rifiuti che ha. Insomma un bel grattacapo le per le promesse del Cavaliere Berlusconi che aveva dato, forse un po’ troppo frettolosamente, per chiusa e liquidata la faccenda rifiuti in Campania. Ora ci si chiede se anche a Brescia arriverà l’esercito a convincere la gente a inghiottire la spazzatura campana. Dello stesso parere della Lega seppure con motivazioni diverse sono i Gruppi ambientalisti che non negano solidarietà ai campani ma come mi dice Giulia “il termovalorizzatore di Brescia non è la soluzione. Anche da noi c’è linquinamento e la diossina. Solo che alla gente si dice sempre che è un “gioiello” e alla fine hanno iniziato a crederci”.
I ragazzi del Meetup Beppe Grillo di Brescia hanno organizzato nelle loro pagine un comitato di accoglienza che fino a stamane ha presidiato lo spiazzo antistante l’inceneritore con risorse umane cartelli e volantini.
Giulia mi ha raccontato che l’autobus con una delegazione di circa 25 persone tra assessori e qualche giornalista, proveniente da Napoli è stata accolta da Adriano Paroli, sindaco di Brescia. Ma mi ha anche spiegato che “guardare a Brescia come un esempio da seguire è errato. La raccolta differenziata da noi si è fermata. Cresce solo dell’1% all’anno e ci siamo fermati in totale al 30%. La gente butta via i rifiuti-risorsa senza differenziare perché tanto c’è il termovalorizzatore che brucia tutto. La soluzione resta comunque differenziare e riciclare e riusare tutti i matariali. La nostra è un esperienza fallimentare”.
Ecco la lettera (grazie al comitato ChiaiaNodiscarica autore anche del contributo video) consegnata al Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino
Gentilissima Signora Sindaco Iervolino,
siamo davvero impressionati dal fatto che sia venuta a Brescia a visitare il mega inceneritore ASM/A2A !!!! Ciò che può scoprire, al di là della cortina fumogena della propaganda Asm non è molto istruttivo:
un inceneritore da 800.000 tonnellate che produce molti più rifiuti (150.000 tonnellate di scorie e 30.000 tonnellate di polveri pericolose, più 2-3 milioni di tonnellate di aria contaminata) di quelli che rimarrebbero da smaltire (100.000 tonnellate) se si facesse la raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale; uno spreco di risorse energetiche incredibile rispetto al riciclaggio:
1) si buttano nel forno 150.000 tonnellate di umido (cioè acqua, che idiozia!), che potrebbero diventare compost per una pianura bresciana in deficit di materia organica;
2) si buttano via, nelle scorie, 5.000/6.000 tonnellate all’anno di ferro e di alluminio, centinaia di tonnellate di rame, …però, si recupera acqua calda, Le dirà Asm! … peccato che così la
città viene teleriscaldata anche in estate, in piena calura, costringendo i bresciani a ricorrere ai condizionatori!!!!!
3)una “raccolta differenziata” con mega cassonetti stradali, al 35%, in realtà “truccata” e “drogata” dai rifiuti speciali, che, assimilati, raddoppiano i rifiuti urbani raggiungendo il record di 2 kg/abitante/giorno, e mandando allo smaltimento esattamente la stessa quantità di rifiuti della Campania, che non fa la differenziata: 1,2 kg/abitante/giorno.
Sindaco Jervolino, se voleva davvero imparare come risolvere il problema dell’emergenza rifiuti della Sua terra, Le sarebbe stato più utile un viaggio in quel di Treviso al Consorzio Priula, a Novara, Asti, nel trentino, ed al Centro Riciclo di Vedelago (Tv) ovvero dal Suo Collega di Padula, nel salernitano, che è portato ad esempio per la raccolta differenziata che sta attuando!!! Lo sa che oltre 2000 Comuni italiani hanno superato il 50% di raccolta differenziata?
Con la raccolta differenziata “porta a porta” secco umido e con una tariffa puntuale si riduce il rifiuto prodotto a 1 kg/abitante/ giorno (metà di quello di Brescia) e il rifiuto da smaltire, a 0,2
kg/abitante/giorno (un sesto di quello bresciano!).
Nel Centro riciclo di Vedelago, poi, si recuperano tutti i materiali della parte secca (l’umido diventa compost per fertilizzare i campi), per cui il rifiuto da smaltire è quasi 0 (sì, zero). Si figuri che arrivano a riciclare anche i pannolini dei bambini, ricavandone una finissima sabbia, richiestissima all’estero!!!! Ma, in questo caso, la lobby dell’incenerimento ed il business (anche quello criminale) dei rifiuti storcerebbero il naso!
Ma un’altra domanda ci viene spontanea: come mai Padula, vicinissimo a Napoli effettua la raccolta differenziata? Ma forse, sindaco Jervolino, è un altro il motivo che l’ha spinta a Brescia: un gemellaggio Campania-Brescia in nome dei rifiuti! Forse Lei non lo sa, ma Brescia è il “distretto nazionale dei rifiuti”, che può fare invidia alla Campania: oltre al più grande inceneritore d’Europa, qui si producono quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali all’anno, prevalentemente scorie di fonderia, a cui se ne aggiungono oltre 1 milione di importazione; sono state interrate in passato, spesso in discariche non controllate, decine di milioni di tonnellate di scorie di fonderia.
Da qui deriva la “vicinanza” alla Campania: come da voi abbiamo un’elevata incidenza di diversi tumori e la medesima anomalia rispetto al resto del Paese, un’incidenza doppia dei tumori al fegato; senza dimenticarci di aggiungere che abbiamo avuto nei mesi scorsi il “latte alla diossina” in 18 stalle dell’hinterland di Brescia, nella zona a sud dell’inceneritore, esattamente come il vostro “caso” del latte di bufala alla diossina. Insomma un gemellaggio apparirebbe più che giustificato! Diossina per diossina…
Quindi La preghiamo vivamente e, con il cuore in mano, di dar voce anche a noi, semplici ed oneste associazioni ambientaliste che si battono per un interesse comune e cioè, il diritto alla salute. Restando quindi in attesa di una Suo cortese cenno di riscontro in merito, l’occasione ci è gradita per porgerLe i nostri più cordiali saluti.

Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia
Comitato Ambiente Città di Brescia
Cittadini per il Riciclaggio
EnergEtica
Comitato contro la Centrale Turbogas di Lamarmora
Co.Di.SA. - Comitato Difesa Salute e Ambiente di San Polo
AltraBrescia
Gruppo Meetup “Amici di Beppe Grillo di Brescia”
Associazione “Ricomincio da Grillo”

martedì 1 luglio 2008

Inceneritore di Brescia. Inquinatore D.o.c.

Ecco che la tesi del professor Montanari si rivela esatta mentre quella di Veronesi FALSA.

- Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma, ha dichiarato che Brescia avrebbe proposto di vendere il suo inceneritore (il più grande del mondo) alla Campania. "La proposta era di cederlo per 25 milioni di euro, meno di quanto serve per completare quello di Acerra.
Una proposta giustificata dal fatto che l'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina. Quell'impianto ha vinto un premio. Ma nel comitato scientifico di chi gli ha dato il premio c'é una delle aziende che ha fatto l'impianto. Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite. L'inceneritore di Brescia è capace di bruciare 750mila tonnellate all'anno, ma i disastri ambientali lì sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la Commissione Europea è intervenuta. E' incredibile che qualcuno proponga quell'inceneritore come modello".