martedì 21 ottobre 2008
Energia solare in Spagna
martedì 16 settembre 2008
Energia in Partogallo
lunedì 18 agosto 2008
Il peperoncino come antimicotico naturale

Impariamo dalla natura. Altro che Ogm...pesticidi..conservanti...
Sarebbe il suo caratteristico gusto piccante a difendere il peperoncino dall’attacco di insetti e funghi. Secondo recenti studi condotti da Joshua Tewksbury, dell’University of Washington, più pericolosa è la minaccia che devono affrontare in natura, più piccante sarà il frutto. Questa resistenza avrebbe inoltre convinto gli abitanti del luogo ad adottarlo per la conservazione degli alimenti.
Il peperoncino è originario del Sud America, e cresce in zone con clima umido e caldo. Luogo ideale di proliferazione per gli insetti e soprattutto per i funghi che, dalle punture dei primi, traggono una via preferenziale per il completamento del loro ciclo biologico. Per fronteggiare il pericolo derivante dagli attacchi parassitari ecco che il peperoncino si è armato di capsaicinoidi, gli stessi che conferiscono a questo frutto il tipico sapore piccante.
domenica 3 agosto 2008
Alterntive agli inceneritori! Trattamento bio meccanico
Esistono molti esempi di raccolta differenziata totale, a rifiuti zero. Esistono metodi di trattamento bio meccanico che molti ignorano(scommetto che il tg5 o rete4 non e hanno mai parlato…), esistono metodi di alternativa agli inceneritori che combinati con la raccolta differenziata totale producono residui minimi e in più sono tollerati dalla popolazione perchè non inquinano. (metti 70% differenziarto, 25-30 ri-differenziato dai Tmb e il solo 0-5% di residuo magari essicato…)Esistono stili di vita diversi. esempio? Usare il cervello quando si fa la spesa: non utilizzare le borse di plastica ma quelle di tessuto, cercare di comprare prodotti sfusi come latte, detersivi, ecc, utilizzare bottiglie di vetro e acqua del rubinetto, non comprare cose con imballaggi eccessivi. Se ci si abitua un po è una cazzata fare tutte queste cose. Basta non essere influenzati dalla pubblicità. Il rifiuto è una risorsa, è materia prima. Si risparmia energia a riutilizzarlo piuttosto che a bruciarlo. Infine spigere le case produttrici a creare prodotti reciclabili o biodegradabili o naturali. Basta guardare un po più lontano…
mercoledì 30 luglio 2008
martedì 29 luglio 2008
Tricastin, nuovo incidente: fuoriuscita polvere radioattiva!

domenica 27 luglio 2008
Il posto più inquinato del mondo

venerdì 25 luglio 2008
Visione del futuro con le rinnovabili!

Da ecoblog un interessante articolo.
Il progetto del Presidente francese Sarkozy di creare una Unione del Mediterraneo che inglobi le necessità del Bacino fatte sopratutto di bisogni energetici, si fa sempre più reale. Dopo la riunione dello scorso 13 luglio a cui hanno preso parte i rappresentanti dei 27 dell’Ue più Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Mauritania, Sira, Tunisia, Turchia, Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro più l’Autorità palestinese, il quadro di quello che sarà il futuro nel 2050 è parso più chiaro: adieu al petrolio e via libera a tutte le fonti di energia rinnovabile, quella solare su tutte.
E Sarkozy invita i paesi dell’Unione ad iniziare a porre le basi per la rivoluzione solare nei prossimi dieci anni, tra il 2012 e il 2020, quando sarà necessario avviare tutte le infrastrutture per non farsi trovare impreparati a quella che se non sarà la fine del petrolio ci assomiglierà molto.
E’ in questo contesto che emerge il progetto di catturare l’energia solare nel deserto del Sahara: DESERTEC che rientra nel più ampio quadro di TREC (Trans-Mediterranean Renewable Energy Cooperation ) ideato e messo a punto da Club of Rome, Hamburg Climate Protection Foundation e NERC (National Energy Research Center of Jordan).
La soluzione è stata presentata due giorni fa a Barcellona durante l’ESOF 2008 (Euroscience Open Forum). Ha detto Arnulf Jaeger-Walden dell’Istituto per l’Energia della Commissione Europea:
Basterà catturare lo 0,3% dell’energia solare che scalda il deserto del Sahara per sopperire ai nostri bisogni energetici.
Purtroppo però i dati diffusi ieri dal Gse dicono che l’Italia è in controtendenza rispetto alle indicazioni se non europee quantomeno di Sarkozy e dell’Unione del Mediterraneo: nel 2007 è derivato dalle rinnovabili il 15,7% della produzione totale di energia elettrica, il dato più basso degli utlimi 15 anni. Il peggioramento è stato causato dalla contrazione della filiera idroelettrica (-11,3%), che per noi è la primaria fonte di energia rinnovabile e che copre il 9,5% della produzione, seguita dalle biomasse (2,0%), geotermico (1,5%) e eolico (1,2%). Il fotovoltaico, nonostante gli incentivi del Conto Energia, non è ancora esploso: nel 2007 sono stati prodotti 10 milioni di kWh.
Ma come mai un Paese come la Francia che ha al suo attivo 60 centrali nucleari decide di puntare per il prossimo futuro sull’energia solare? Semplice le centrali francesi stanno invecchiando e dismetterle e stoccare le scorie costa almeno tanto quanto costruirne di nuove e evidentemente i francesi intendono rivolgere questi investimenti verso altre forme di approvvigionamento più durature. Certo la strada non è facile: la Libia si è tirata fuori, ad esempio e il Mondo arabo non è profondamente convinto della richiesta francese del nuovo assetto geopolitico.
Diciamoci la verità, i grattacapi mediterranei sono tanti, ad esempio, come si potranno conciliare le politiche israeliane con quelle arabe? o come la Francia potrà giocare un nuovo ruolo preminente nel Mahgreb? L’autodeterminazione di questi popoli è un dato di fatto e sono ancora loro a detenere la materia prima: sole a sufficienza per se e per gli impianti europei. Dunque solo un abile scacchiera di interessi e negoziazioni potrà vedere l’attuarsi dell’Unione del Mediterraneo. Ce la farà Sarkò?
mercoledì 23 luglio 2008
Fuga da centrale nucleare Contaminati 100 operai

Raggiunti da elementi radioattivi fuorusciti da una tubatura del reattore 4 fermo per manutenzione
PARIGI (FRANCIA) - Cento operai della centrale nucleare del Tricastin, dove alcuni giorni fa c'era stata una fuga di materiale radioattivo, sono stati contaminati «leggermente» oggi da elementi fuorusciti da una tubatura nella reattore numero 4, fermo per manutenzione.
La centrale nucleare di Tricastin (Ap)Lo ha reso noto la direzione di EDF la società elettrica che gestisce la centrale nucleare.
FUGA DI COBALTO 58 - Gli operai irradiati nella centrale di Tricastin, che si trova a oltre 200 chilometri dall'Italia, sono stati contaminati dal cobalto 58. L'incidente, secondo EDF, è avvenuto questa mattina e avrebbe provocato contaminazioni «leggere, 40 volte inferiori al limite regolamentare». I 97 dipendenti sono stati evacuati d'urgenza dalla centrale quando l'allarme della contaminazione si è messo a suonare per una fuga nel reattore numero 4. Fra i 97, sarebbero 91 ad aver presentato segni di contaminazione al cobalto 58, un «metallo bianco» che entra nella composizione di leghe speciali, pneumatici e coloranti ma che, attivato a livello radio, è presente nei reattori e, da solo, possiede il 39% di tutta l'attività irradiante. Gli impiegati contaminati sono stati visitati e rimandati a casa, per loro non esisterebbero pericoli immediati. Si tratta del terzo incidente nucleare nella regione in meno di 16 giorni.
NUOVO INCIDENTE - In precedenza si era infatti appreso del terzo incidente ad una centrale nucleare negli ultimi 20 giorni, dopo quello di Tricastin del 7 luglio e quello di Roman Sur Isere del 18 luglio. Altri quindici operai dell’impianto nucleare di Saint Alban, nella regione dell’Isere (sud della Francia), sarebbero stati contaminati nei giorni scorsi dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Lo riferisce Electricité de France (Edf), l’azienda elettrica francese. «Gli operai sono stati leggermente contaminati nel corso di un intervento di manutenzione su un cantiere dell’unità produttiva numero due», ha indicato un responsabile della direzione. In seguito all’incidente, avvenuto venerdì, sono state ritrovate «tracce di elementi radioattivi» nel corso dei monitoraggi e dei controlli di routine dei dipendenti dell’impianto. I lavoratori sono stati sottoposti a un controllo medico ma l’azienda esclude che vi siano conseguenze di alcun tipo per la loro salute. Le cause dell’incidente non sono ancora state chiarite.
lunedì 21 luglio 2008
Milano è tra le dieci città più inquinate al mondo

Fanno compagnia a Milano anche Oroya, in Perù, dove nel sangue del 99% dei bambini il livello di piombo va oltre la soglia di pericolosità fissata dall’OMS; Cubatao, il polo chimico brasiliano; Pittsburgh in Pennsylvania, ex capitale dell’acciaio e la storica Città del Messico riconosciuta a livello mondiale come capitale più inquinata.
Ecco la classifica (non c’è il podio, sono tutte e 10 a pari livello): Oroya (Perù); Città del Messico; Kawbe (Zambia); Norilsk (Russia); Cubatao (Brasile); Sumgayt (Azerbaijan) e Pittsburgh (Pennsylvania).
venerdì 18 luglio 2008
Francia: nuova fuga radioattiva! il quinto in due mesi!

Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi, sono state registrate in un impianto della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, nel sud-est della Francia. Lo ha reso noto stamane l'Autorithy francese per la sicurezza nucleare. L'incidente arriva a 5 giorni dalla clamorosa protesta di Greenpeace a Parigi.
L'INCIDENTE - La fuoruscita delle acque contaminate è stata causata da una rottura nel sistema di canalizzazione. Si tratta del secondo episodio di questo genere in due settimane, dopo quello avvenuto la notte tra il 7 e l'8 luglio nella centrale di Tricastin, sempre nella Francia meridionale, gestita da due società filiali del gruppo Areva. Per questo primo episodio, Areva ha ammesso, dopo un'inchiesta interna, che all'origine dell'incidente c'è stata «mancanza di coordinamento» tra chi gestiva i lavori di sistemazione in corso nell'impianto e i responsabili delle attività di sfruttamento.
lunedì 14 luglio 2008
Provaglio d'Iseo...fotovoltaico!!!

AGS ha partecipato, presentando il progetto Fotovoltaico Facile, al convegno "Sostenibilità e Responsabilità sociale", organizzato dalla Fondazione Sodalitas, presso Assolombarda, che ospita la premiazione dei migliori progetti di Responsabiltà sociale realizzati dalle aziende italiane. AGS ha vinto il Primo Premio della categoria dedicata alla "MIGLIORE INIZIATIVA DI SOSTENIBILITA'".All'edizione di quest'anno hanno partecipato 210 imprese con 260 progetti ed è emerso come, sempre di più, le aziende siano attente al tema della Sostenibilità, in tutti i suoi aspetti: dal risparmio energetico, all'attenzione per l'ambiente, dalla riduzione dei gas serra, alle energie rinnovabili.
AGS è stata premiata proprio con queste motivazioni.Hanno ritirato il premio il Sindaco Prof.ssa Giuseppina Martinelli, il Presidente di AGS Ing. Marco Frera, l'Assessore Ing. Giuseppe Bartolini
domenica 13 luglio 2008
Ennesimo incidente nucleare...dopo Francia e Svezia...anche in Spagna a Valecia

Ma crediamo ancora alle balle che ci raccontano sul nucleare sicuro? un pannello fotovoltaico non esplode e non è radioattivo...
I nostri giornali continuano a snobbare questi incidenti...leggete i giornali degli altri Paesi!
http://www.elmundo.es/elmundo/2008/07/13/valencia/1215936226.html
Campania, in una lettera dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) la verità sull'emergenza rifiuti
I Comuni sono messi nella condizione di scegliere la raccolta "indifferenziata", poichè sono obbligati a consegnare una determinata quantità di rifiuti che non potrà mai essere raggiunta se li differenziano. Come succede a Brescia...
mercoledì 9 luglio 2008
Provaglio d'Iseo e i pannelli fotovoltaici
Incidente nucleare a Tricastin: giornali italiani vs giornali francesi

Quello che mi incuriosisce è la ricostruzione dell’incidente fatta dai giornali italiani, come il Corriere della Sera o il Messaggero (già citato da PiccoloSocrate), secondo cui le autorità francesi all’unanimità considerano pari a zero il rischio per la popolazione, salvo poi impedire pesca, bagni, irrigazione ed estrazione di acqua dai pozzi così per “precauzione”, quasi per sport. Non esistono solo i comunicati stampa e le dichiarazioni delle autorità come i prefetti.
Leggendo Le Figaro (orientamento politico: centro-destra) e Le Monde (centro sinistra) la storiella pare un po’ più complessa. Si apprende che la quantità di uranio sversata durante questo incidente (12 g per litro d’acqua, circa 360 kg di uranio secondo Le Monde) sorpassa di 100 volte la quantità massima autorizzata di liquido radioattivo legalmente sversabile dalla Socatri in un anno intero!
Altra cosa: è vero che le acque sotterranee non presentano al momento valori anormali di uranio. Peccato pero’ che questo non sia anche il caso per le acque di superficie! Motivo per cui sono in vigore le restrizioni di cui sopra.
Infine, Le Monde nota alcuni “fatti” misteriosi: secondo uno studio tedesco, nei pressi dei siti dove sorgono le centrali nucleari si verificano piu’ leucemie infantili rispetto alla media nazionale. Per l’esattezza i tumori del sangue nei bambini hanno una frequenza più che doppia (2,2 volte) rispetto alla media in un raggio di 5 km dalle centrali nucleari e la frequenza di tali tumori rimane più elevata in un raggio di 50 km intorno alle centrali. Le Monde nota anche che altri studi hanno invece contraddetto queste ipotesi tedesche, ma non per quanto riguarda almeno 3 siti nucleari europei: Sellafield e Dounreay in Gran Bretagna e Krummel in Germania.

Francia, incidente nella centrale. Acqua contaminata nei fiumi

lunedì 7 luglio 2008
A Brescia vi sono inquietanti analogie con la Campania

14 gennaio 2008
Fonte: http://www.ambientebrescia.it/
Va segnalato che l'ing. Renzo Capra, presidente di Asm, fa parte del Comitato scientifico del Registro tumori dell'Asl, di cui è anche finanziatore.
Si sostiene che vengono risparmiate 470 mila tonnellate l'anno di emissioni di CO2. ma non si dice che il confronto viene fatto con la discarica e non con il riciclaggio, che consente risparmi di emissioni di CO2 tre volte superiori (AEA Technology. Waste management options and climate change, European Commission, 2001). A Brescia si finge di fare la raccolta differenziata. Ma questa viene annullata dal continuo aumento dell produzione dei rifiuti, assimilando gli speciali.
In 10 anni, da quando funziona l'inceneritore, il rifiuto indifferenziato da smaltire è sempre rimasto pari a 1,1 Kg/giorno/pro capite, esattamente come la Campania, 5-6 volte superiore a quello indifferenziato dove si fa la RD "porta a porta" con tariffa puntuale (es. Consorzio Priula Treviso). L'inceneritore del resto ha bisogno di rifiuti ed Asm è riuscita a compiere il "miracolo" di mantenere le stesse quantità in 10 anni!
Per gonfiare i risultati Asm dà i numeri in chilowattora ( 570 milioni ), facendo finta di non sapere che l'unità di misura, fuori dal domicilio privato, è il gigawattora (milioni di KWh) o il terawattora (miliardi di KWh). In verità il megaimpianto di Brescia ( 800.000 tonnellate/anno ) ha una potenza pari ad un decimo di una normale centrale turbogas; il costo impiantistico per MW installato è 5-6 volte quello di una centrale turbogas; la resa è di circa 20% del potere calorifico presente nei rifiuti contro un 55% di una centrale turbogas; la poca energia ricavata è annullata dallo spreco di altri materiali preziosi ( 5-6 mila tonnellate di ferro; 6 mila tonnellate di alluminio; centinaia di tonnellate di rame, ogni anno nelle ceneri, nel caso di Brescia ). Insomma nell'inceneritorista Lombardia, con 13 impianti, il contributo di questi alla produzione di energia elettrica è pari al 2%!
E' una macchina dello spreco e antieconomica che si regge solo sugli scandalosi contributi Cip6 (leggi il post) - per l'inceneritore di Brescia, oltre 60 milioni di euro l'anno, per 8 anni, il doppio dell'investimento impiantistico!.
Nel 2006 l'inceneritore Asm è proclamato "campione del mondo", avendo vinto il "Wtert 2006 Industry Award". Sennonché l'Ente premiatore, Wtert, della Columbia University ha tra gli sponsor la Martin GmbH, Germany, produttrice dello stesso impianto Asm." Marino Ruzzenenti
venerdì 4 luglio 2008
Il sindaco di Napoli Jervolino in pellegrinaggio all'inceneritore di Brescia
Intanto al tavolo della conferenza Stato-Regioni tenuto proprio in queste ore dal Ministro Raffaele Fitto e preannunciata da Berlusconi ad Acerra, Roberto Formigoni, Governatore della Lombardia fa sapere che non si torna indietro e che i camion carichi di spazzatura ( non si sa di che genere) sono attesi a Brescia. Ne parlo al cellulare con Giulia Loglio blogger di Altra Brescia TV, presente nello spiazzale antistante l’inceneritore assieme ai Gruppi ambientalisti e ai ragazzi del Meetuop Beppe Grillo di Brescia che attendono la prima cittadina napoletana per consegnarle una lettera di protesta con le motivazioni.
Ma i delegati saranno ricevuti solo intorno alla 13, 00 e accolti dall’addetto stampa della Jervolino che promette di far avere la lettera. Assolutamente contrario all’incontro con i gruppi ambientalisti il primo cittadino Bresciano Adriano Paroli.
Chi ha guidato la visita della delegazione Campania? I dirigenti della A2A (candidati alla gestione del futuro inceneritore ad Acerra) che per bocca del suo direttore Antonio Buonomo, aveva fatto sapere, qualche giorno fa e ve ne ho dato conto, che forse era un po’ più complesso di quello che sembrava trattare i rifiuti napoletani a Brescia, considerato che non si sa di che cosa sono fatti.
Preoccupazione che ha scatenato la sequenza di no della Lega guidati dal capogruppo al Comune di Brescia Nicola Gallizioli che dice che in sostanza ognuno si deve tenere e smaltire i rifiuti che ha. Insomma un bel grattacapo le per le promesse del Cavaliere Berlusconi che aveva dato, forse un po’ troppo frettolosamente, per chiusa e liquidata la faccenda rifiuti in Campania. Ora ci si chiede se anche a Brescia arriverà l’esercito a convincere la gente a inghiottire la spazzatura campana. Dello stesso parere della Lega seppure con motivazioni diverse sono i Gruppi ambientalisti che non negano solidarietà ai campani ma come mi dice Giulia “il termovalorizzatore di Brescia non è la soluzione. Anche da noi c’è linquinamento e la diossina. Solo che alla gente si dice sempre che è un “gioiello” e alla fine hanno iniziato a crederci”.
I ragazzi del Meetup Beppe Grillo di Brescia hanno organizzato nelle loro pagine un comitato di accoglienza che fino a stamane ha presidiato lo spiazzo antistante l’inceneritore con risorse umane cartelli e volantini.
Giulia mi ha raccontato che l’autobus con una delegazione di circa 25 persone tra assessori e qualche giornalista, proveniente da Napoli è stata accolta da Adriano Paroli, sindaco di Brescia. Ma mi ha anche spiegato che “guardare a Brescia come un esempio da seguire è errato. La raccolta differenziata da noi si è fermata. Cresce solo dell’1% all’anno e ci siamo fermati in totale al 30%. La gente butta via i rifiuti-risorsa senza differenziare perché tanto c’è il termovalorizzatore che brucia tutto. La soluzione resta comunque differenziare e riciclare e riusare tutti i matariali. La nostra è un esperienza fallimentare”.
siamo davvero impressionati dal fatto che sia venuta a Brescia a visitare il mega inceneritore ASM/A2A !!!! Ciò che può scoprire, al di là della cortina fumogena della propaganda Asm non è molto istruttivo:
un inceneritore da 800.000 tonnellate che produce molti più rifiuti (150.000 tonnellate di scorie e 30.000 tonnellate di polveri pericolose, più 2-3 milioni di tonnellate di aria contaminata) di quelli che rimarrebbero da smaltire (100.000 tonnellate) se si facesse la raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale; uno spreco di risorse energetiche incredibile rispetto al riciclaggio:
1) si buttano nel forno 150.000 tonnellate di umido (cioè acqua, che idiozia!), che potrebbero diventare compost per una pianura bresciana in deficit di materia organica;
2) si buttano via, nelle scorie, 5.000/6.000 tonnellate all’anno di ferro e di alluminio, centinaia di tonnellate di rame, …però, si recupera acqua calda, Le dirà Asm! … peccato che così la
città viene teleriscaldata anche in estate, in piena calura, costringendo i bresciani a ricorrere ai condizionatori!!!!!
3)una “raccolta differenziata” con mega cassonetti stradali, al 35%, in realtà “truccata” e “drogata” dai rifiuti speciali, che, assimilati, raddoppiano i rifiuti urbani raggiungendo il record di 2 kg/abitante/giorno, e mandando allo smaltimento esattamente la stessa quantità di rifiuti della Campania, che non fa la differenziata: 1,2 kg/abitante/giorno.
Sindaco Jervolino, se voleva davvero imparare come risolvere il problema dell’emergenza rifiuti della Sua terra, Le sarebbe stato più utile un viaggio in quel di Treviso al Consorzio Priula, a Novara, Asti, nel trentino, ed al Centro Riciclo di Vedelago (Tv) ovvero dal Suo Collega di Padula, nel salernitano, che è portato ad esempio per la raccolta differenziata che sta attuando!!! Lo sa che oltre 2000 Comuni italiani hanno superato il 50% di raccolta differenziata?
Con la raccolta differenziata “porta a porta” secco umido e con una tariffa puntuale si riduce il rifiuto prodotto a 1 kg/abitante/ giorno (metà di quello di Brescia) e il rifiuto da smaltire, a 0,2
kg/abitante/giorno (un sesto di quello bresciano!).
Nel Centro riciclo di Vedelago, poi, si recuperano tutti i materiali della parte secca (l’umido diventa compost per fertilizzare i campi), per cui il rifiuto da smaltire è quasi 0 (sì, zero). Si figuri che arrivano a riciclare anche i pannolini dei bambini, ricavandone una finissima sabbia, richiestissima all’estero!!!! Ma, in questo caso, la lobby dell’incenerimento ed il business (anche quello criminale) dei rifiuti storcerebbero il naso!
Ma un’altra domanda ci viene spontanea: come mai Padula, vicinissimo a Napoli effettua la raccolta differenziata? Ma forse, sindaco Jervolino, è un altro il motivo che l’ha spinta a Brescia: un gemellaggio Campania-Brescia in nome dei rifiuti! Forse Lei non lo sa, ma Brescia è il “distretto nazionale dei rifiuti”, che può fare invidia alla Campania: oltre al più grande inceneritore d’Europa, qui si producono quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali all’anno, prevalentemente scorie di fonderia, a cui se ne aggiungono oltre 1 milione di importazione; sono state interrate in passato, spesso in discariche non controllate, decine di milioni di tonnellate di scorie di fonderia.
Da qui deriva la “vicinanza” alla Campania: come da voi abbiamo un’elevata incidenza di diversi tumori e la medesima anomalia rispetto al resto del Paese, un’incidenza doppia dei tumori al fegato; senza dimenticarci di aggiungere che abbiamo avuto nei mesi scorsi il “latte alla diossina” in 18 stalle dell’hinterland di Brescia, nella zona a sud dell’inceneritore, esattamente come il vostro “caso” del latte di bufala alla diossina. Insomma un gemellaggio apparirebbe più che giustificato! Diossina per diossina…
Quindi La preghiamo vivamente e, con il cuore in mano, di dar voce anche a noi, semplici ed oneste associazioni ambientaliste che si battono per un interesse comune e cioè, il diritto alla salute. Restando quindi in attesa di una Suo cortese cenno di riscontro in merito, l’occasione ci è gradita per porgerLe i nostri più cordiali saluti.
Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia
Comitato Ambiente Città di Brescia
Cittadini per il Riciclaggio
EnergEtica
Comitato contro la Centrale Turbogas di Lamarmora
Co.Di.SA. - Comitato Difesa Salute e Ambiente di San Polo
AltraBrescia
Gruppo Meetup “Amici di Beppe Grillo di Brescia”
Associazione “Ricomincio da Grillo”
giovedì 3 luglio 2008
martedì 1 luglio 2008
Inceneritore di Brescia. Inquinatore D.o.c.
Ecco che la tesi del professor Montanari si rivela esatta mentre quella di Veronesi FALSA.
venerdì 27 giugno 2008
Differenziamo la Plastica, carta e alluminio!!
Già a soli pochi chilometri da Gricignano, tutto questo non si sa. Poche mosche bianche, illuminati amministratori che hanno a cuore il bene comune, applicano tecniche e metodi disponibili ed accessibili oggi per trattare in maniera corretta i materiali. Che bisogno c'è di bruciare... ci dicono "per recuperarne energia!". Ma quanta energia viene recuperata dal NON dover "ri"produrre tutti quei materiali recuperati? Vi siete mai chiesti quanta energia ci vuole per produrre dal nulla qualche chilogrammo di plastica, o di alluminio, o carta? Il bilancio puramente energetico è tutto a sfavore dell'incenerimento dei rifiuti (che, paradosso nel paradosso, richiede quantità di energia altissime per "produrre" energia: oppure pensate che i rifiuti si inceneriscono senza ALTRI ausili chimico/energetici?). Il bilancio di realtà come questa di Gricignano, piuttosto che Vedelago o Capannori, ed altre "mosche bianche" tutte nostrane, è sempre positivo. Efficienza e risparmio dell'energia in primis, recupero e riutilizzo dei materiali... Non ci vuole poi molto, decimi di risorse e tempi rispetto ad impianti costosissimi. Migliore qualità della vita per tutti, occasioni di profitto ed occupazione, salute ed economicità della cosa. Mettete nei vostri comuni amministratori 'seri' che propongono questi programmi e non gli accordi con la grande industria e i pochi potenti... gli accordi devono essere con voi e per voi. Rifletti Italia.
mercoledì 25 giugno 2008
Gestione dei rifiuti: TMB, alternativa ecologica agli inceneritori.
Prendo spunto dal sito si Ariano Irpino per cercare di conoscere più a fondo sistemi alternati alle discariche e agli inceneritori.
Di che si tratta? Sono i famosi TMB trattamenti meccanico biologici.
La tecnologia ArrowBio è un brevetto registrato per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. Esistono altri sistemi similari che affronterò prossimamente (ad esempio il sistema THOR realizzato dal nostro CNR in Sicilia).
Primo aspetto positivo, soprattutto in un paese pigro come il nostro, è che il processo ArrowBio tratta rifiuti indifferenziati. Questo procedimento consente, ad ogni modo, di recuperare gran parte dei materiali riciclabili come i metalli ferrosi e non ferrosi, la plastica (HDPE, PET e pellicola) e il vetro. Permette inoltre di produrre fertilizzanti e Biogas che è una fonte di energia alternativa pulita, utilizzabile per il trasporto o per la produzione di energia elettrica o termica.
Mentre, per il trattamento dei rifiuti, le discariche utilizzano la terra e i termovalorizzatori (o inceneritori) il fuoco, il concetto assolutamente innovativo del processo ArrowBio, è che utilizza l’acqua .
Ci si è posti il quesito: i rifiuti solidi urbani contengono, per loro natura, una grande quantità d’acqua, cosa ne facciamo? Utilizziamola per trattare e separare i rifiuti stessi! Non a caso il primo impianto ArrowBio è stato costruito a Tel Aviv, dove l’acqua è molto preziosa e gli israeliani sanno come ottimizzarne l’uso.
Quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’acqua?
Una delle sue più note proprietà è che permette di separare facilmente gli elementi leggeri (che galleggiano) da quelli pesanti (che vanno a fondo). Tenere i rifiuti in acqua consente di ridurre sensibilmente, o tenere sotto controllo, l’emissione di polveri nocive e i cattivi odori. Grazie alla separazione in acqua, la produzione di compost pulito (cioè con meno contaminanti) avviene molto più facilmente e l’acqua è l’elemento base per la produzione di Biogas di ottima qualità (con elevato contenuto di metano) mediante digestione anaerobica (cioè con batteri che operano in assenza di ossigeno). Inoltre, visto che i rifiuti hanno un alto contenuto di umidità, quando si è a regime, il sistema non ha più bisogno di prelevare acqua dall’esterno.
Il Processo
Proviamo a descrivere, in linea di massima, come si sviluppa il procedimento. C’è una prima fase di preparazione e separazione idromeccanica dei rifiuti. Il contenuto dei camion viene scaricato in una grande vasca piena d’acqua. Per gravità avviene la prima grande separazione: i materiali inorganici (metalli, vetro e altri inerti) hanno generalmente un peso specifico maggiore dell’acqua e pertanto vanno a fondo. Le plastiche e i materiali organici biodegradabili, invece, tendono a galleggiare o a rimanere in sospensione.
I materiali inorganici, pertanto, vengono inviati ad una linea del processo che si occupa dell’ulteriore separazione in materiali ferrosi (quelli che si attaccano ad una calamita), metalli non ferrosi (quelli che vengono separati tramite correnti indotte) e vetro.
Le plastiche e i materiali organici biodegradabili vengono a loro volta separati, alcuni per dimensioni, altri manualmente e, quelli molto leggeri come le buste di plastica, mediante separatori ad aria. Tutto il rimanente è composto quasi esclusivamente da materiale organico biodegradabile, pertanto viene triturato, frantumato idraulicamente e filtrato. La terriccio che ne risulta viene immerso nuovamente in acqua per separare ancora una volta le componenti metalliche e vetrose rimanenti (pesanti) da quelle biologiche (leggere).
La soluzione organica acquosa ottenuta (minestrone biologico) viene così inviata a due successivi contenitori che, tramite processi naturali di fermentazione anaerobica (acetogenico e metanogenico) a temperatura ambiente, digeriscono la brodaglia producendo biogas e fango biologico. Il biogas è utilizzato per la produzione di energia elettrica e calore, mentre il fango biologico viene disidratato e venduto come concime.
I residui di tutto questo processo ammontano a circa il 20% (dipende dal tipo di rifiuti introdotti), che possono essere inviati a discarica o inceneritore (ma sono inerti e quindi non pericolosi) o ancora verso impianti specializzati, per una ulteriore separazione (ce n’è uno molto buono in Veneto).
Insomma come disse Antoine Lavoisier, “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Attualmente è già operante (da 5 anni) l’impianto di Tel Aviv (Israele) da 40.000 t/anno, mentre sono in fase di completamento quelli di Falkirk (Scozia) da 70.000 t, Pachuca (Messico) da 180.000 t e Sidney (Australia) da 90.000 t.
I vantaggi
E’ lecito affermare che i vantaggi di questo processo sono innumerevoli.
Malgrado non sia necessario differenziare a monte, questo metodo consente di recuperare l’80-90% dei materiali riciclabili (95% dei metalli ferrosi, 85% dei metalli non ferrosi, 85% della plastica, il 90% del vetro).
Produce Biogas, essenzialmente metano, utile per ottenere energia elettrica (per alimentare lo stesso impianto, ad esempio) o come carburante pulito per il trasporto pubblico al posto dei carburanti fossili altamente inquinanti.
Non produce cattivi odori, né microparticelle, né diossina, né alcun tipo di elemento inquinante per l’aria, l’acqua e il suolo.
La percentuale di residuo è bassa (<>
Passiamo ai costi
I costi rispetto ad altri metodi sono senz’altro inferiori (solo il deposito in discarica è più economico… ma è inutile sottolinearne il differente rapporto costo/efficacia). Del resto, se scozzesi ed ebrei sono stati i primi ad utilizzare questo metodo… ci sarà un motivo!
Da questo grafico si può notare come il processo ArrowBio si inserisce tra gli altri metodi di trattamento dei rifiuti solidi urbani. E’ senz’altro il metodo che produce di più e inquina di meno, con costi medi sufficientemente bassi.
Per quantificare i costi ho dato uno sguardo all’analisi effettuata dall’Agenzia per l’Ambiente della Gran Bretagna, che per i suoi conti si è basata sull’impianto di Tel Aviv. Per un impianto di tipo ArrowBio da 75.000 t/anno (circa 10 volte l’esigenza della città di Ariano o pari a circa la metà dell’esigenza dell’intera provincia di Avellino), il costo dell’impianto è di circa 15 milioni di Euro. Considerando un periodo di ammortamento di 15 anni, ogni tonnellata di rifiuti in ingresso costa circa 40 Euro, ma produce una ricchezza (materiali riciclati + Biogas + fertilizzanti) pari a 25 Euro, cioè in pratica con questo sistema smaltire una tonnellata di rifiuti costa “solo” 15 Euro. Tanto per fare un raffronto mandare i rifiuti all’inceneritore costa 90 Euro a tonnellata e per quanto possa essere fatto bene ci sarà sempre una percentuale di ceneri e microparticelle tossiche prodotte. Questo è soltanto uno dei possibili sistemi che risolverebbero per sempre il problema dei rifiuti. Chi ha il coraggio di dire che sono solo fandonie e che invece bisogna continuare ad arricchire politici corrotti e la solita Camorra, a inquinare le falde acquifere e l’aria che respiriamo, tutto a spese del denaro delle nostre tasche e della salute dei nostri figli?
lunedì 23 giugno 2008
Gestione dei rifiuti a Rovato.
Prima di tutto dobbiamo chiederci: perché si fa la raccolta differenziata?
1- Perché rispetto ai decenni scorsi stiamo producendo esorbitanti quantità di rifiuti e spesso non per colpa nostra. Le case produttrici dei prodotti di uso quotidiano continuano ad usare plastica, imballaggi, materiali misti non riciclabili di ogni genere. Questi rifiuti sono troppi e creano problemi.
2- Perché non si sa dove metterli. Nelle discariche?sono già un’infinità, creano inquinamento, deturpano il territorio, sono mal tollerate dalla gente, arricchiscono gli imprenditori del settore e come nel sud incrementano il business delle ecomafie.
3- Perché non si sa dove metterli. Negli inceneritori? Gli inceneritori secondo studi recentemente pubblicati producono nano polveri PM2,5 altamente tumorali. Inquinano in maniera spropositata l’aria. Producono ceneri di scarto altamente tossiche e difficilmente smaltibili con costi altissimi. Incentivano la produzione di rifiuti per far guadagnare, ricordo che gli inceneritori stanno in piedi solo con i contributi statali. Inoltre studi scientifici dimostrano l’incremento di patologie tumorali del 20 per cento nelle zone limitrofe.
La soluzione è secondo me la seguente, niente discariche e niente inceneritori usiamo altri metodi che creano vantaggi per tutti e non solo per pochi. Ma chissà perché il bene e la salute dei cittadini non la vuole nessuno…:
- raccolta differenziata porta a porta al 70%, va bene quella di co.ge.me ma non basta e va migliorata per vari aspetti che approfondirò. Le materie prime sono una risorsa.
- Produrre meno rifiuti: prodotti sfusi, meno imballaggi, saper scegliere cosa si prende al supermercato.
- RIUTILIZZO. A modello dei Paesi del nord Europa, in cui si riporta al supermercato la bottiglia vuota e te la pagano ridandoti i soldi.
- TMB trattamenti meccanico biologico a freddo che completano il riciclo, non inceneriscono, recuperano le materie prime a modello il Centro Riciclo Vedelago che è ben tollerato dalla gente. Più guadagni per tutti soprattutto la salute per i cittadini. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione. (http://it.youtube.com/watch?v=_8Exk25viow&feature=related)
A MIO PARERE, FARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA E POI BRUCIARE TUTTO QUANTO RECILANTO NEGLI INCENERITORI VANIFICANDO LA FATICA DEL RECICLO SOLO PER FAR GUADAGNARE LE MUNICIPALIZZATE è UN PRESA PER IL C..O A SCAPITO DEI CITTADINI!
Se ciò fosse vero invito ogni cittadino a protestare per le speculazioni a danno della propria salute.
domenica 22 giugno 2008
Ghedi nucleare...

L'allarmante rapporto riservato dell'Air Force degli Stati Uniti è stato divulgato, sul proprio sito, dalla Federazione degli scienziati americani (Fas). E rivela problemi di sicurezza "molto maggiori nel Vecchio Continente di quanto si conoscesse fino ad ora".
I siti militari di cui parla l'indagine, ordinata dopo che lo scorso agosto 6 ordigni atomici vennero imbarcati per errore in un B52 che sorvolò tutti gli Stati Uniti, sono quelli in cui sono custodite le testate nucleari. Queste, si trovano in basi europee controllate dagli Usa (come accade per Aviano, in provincia di Pordenone), ma alcune sono custodite in strutture nazionali (Ghedi Torre) dove sono però materialmente controllate da unità specializzate Usa (Munition Support Squadron).
Il rapporto dell'Air Force americana, parzialmente declassificato, suscita apprensione. Non c'è nessuna cifra ufficiale, ma in Europa ci sarebbero almeno 350 bombe atomiche americane nelle basi Nato dislocate tra Belgio, Olanda, Turchia, Italia, Gran Bretagna e Germania. "Quelle messe sotto accusa - spiega la Federazione degli Scienziati statunitensi - sarebbero la maggior parte di queste". Tra quelle segnalate c'è sicuramente Ghedi di Torre e la tedesca Buechel. Ma ci sono sospetti anche sulle basi di Kleine Brogel (Belgio) e Volkel (Olanda).
Il dipartimento della Difesa americano ha accertato "problemi agli edifici di supporto, alle recinzioni dei depositi, all'illuminazione e ai sistemi di sicurezza". Inoltre, "a guardia delle basi - rivela il rapporto - vengono impiegati soldati di leva con pochi mesi di addestramento".
Nel nostro Paese ci sono una novantina di testate nucleari dislocate tra Ghedi di Torre e Aviano. In queste due basi ci sarebbero tre tipi di ordigni chiamati in gergo "B61-3", "B61-4" e "B61-10", con una potenza complessiva pari a 900 la bomba di Hiroshima. Se esplodessero tutte insieme, sarebbero capaci di cancellare metà dell'Italia. L'ispezione condotta di recente in Italia dal comandate dell'aeronautica Usa in Europa, il generale Roger Brady, avrebbe convinto gli americani a smobilitare proprio la base di Ghedi e a trasferire, in futuro, gli ordigni atomici ad Aviano.
"Ora si indica che nella base del mio centro ci sono bombe atomiche - attacca la sindaca di Ghedi di Torre, Anna Maria Guarneri -. Con il collega di Aviano siamo stati tra i primi firmatari a favore della denuclearizzazione delle città italiane". Il ministro della Difesa non commenta. Mentre interviene sulla bocciatura da parte del Tar del progetto di ampliamento della base Usa a Vicenza. "Questa decisione non ci turba - spiega Ignazio La Russa - . Abbiamo dato mandato all'Avvocatura di fare ricorso al Consiglio di Stato. Gli impegni con gli alleati saranno mantenuti".
sabato 21 giugno 2008
Energia e nucleare
In Italia si torna a parlare di nucleare. Per capirne di più siamo andati a raccogliere il pensiero del Prof. Stefano Montanari.
lunedì 16 giugno 2008
giovedì 12 giugno 2008
Jeremy Rifkin, l'energia fai-da-te: così ci salveremo dal nucleare
Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema
Dopo l'incidente di Krsko il guru dell'economia all'idrogeno spiega perché l'Italia sbaglia
di RICCARDO STAGLIANÒ
domenica 8 giugno 2008
Alternative intelligenti agli inceneritori? Moltissime!!
Il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (MTB) è una tecnologia per la gestione a freddo dei rifiuti indifferenziati. Tali impianti separano in vari flussi (metalli, plastica, vetro...) il residuo delle raccolte diferenziate, La componente organica separata dal residuo inorganico viene ulteriormente separata e destinata in parte al compostaggio (il compost risultante puo' essere utilizzato per riempimenti, sottofondi e opere di copertura di discariche) e in parte alla digestione anaerobica per produrre biogas (impiegato come combustibile). La frazione residua da mettere in discarica al termine del processo è attualmente stimabile in un 9% di tutti gli RSU, tale frazione pero' è inerte e dieci volte meno inquinante del caso degli RSU non trattati nelle discariche tradizionali.
Le fasi di funzionamento del trattamento a freddo meccanico biologico MTB
1. Separazione meccanica dei diversi flussi tramite vagliatura. Ciò che rimane sopra il vaglio (chiamato sopravaglio) è costituito principalmente da materiale inorganico recuperabile (vetro, plastica, metalli, tessuti,...). Ciò che filtra sotto il vaglio (sottovaglio) è sostanzialmente rifiuto organico.
2. Recupero dei materiali. Sfruttando la differente densità dei materiali si adottano mezzi meccanici diversi per separare completamente i materiali del sopravaglio e avviarli all’industria del riciclaggio. Sarebbe molto utile che all’interno dell’area dell’impianto TMB vi siano anche impianti per il riciclaggio, che in Italia non sono così sviluppati e che permetterebbero ingenti guadagni, come avviene all’estero.
3. Percolazione. Il sottovaglio, costituito da rifiuti organici è composto da una parte solida e da una liquida. Il percolatore separa le due frazioni in modo che la parte solida sia mandata al gruppo di compostaggio, mentre quella liquida viene immessa nel digestore anaerobico (cioè funziona in assenza di ossigeno) per produrre biogas.
4. Compostaggio. I rifiuti organici solidi sono digeriti da microorganismi aerobi (cioè lavorano in presenza di ossigeno) per produrre un humus fertile adatto per il ricoprimento delle discariche (che permette di far sì che il carbonio della parte organica dei rifiuti della discarica sia sequestrato dal terreno, riducendo la formazione di gas serra come metano e anidride carbonica). Il compost non può attualmente essere usato in campo agricolo - a differenza del caso di impianto di compostaggio dedicati solo ai rifiuti organici- perché questo compost è contaminato da altre sostanze dei rifiuti solidi urbani.
5. Digestione anaerobica. In un grosso reattore la parte liquida dei rifiuti organici è degradata da batteri anaeobi in modo accelerato, al fine di produrre biogas. Questo viene poi filtrato e depurato per recuperare il metano in esso contenuto (fino a un 70%) e venderlo o come combustibile o come gas da cucina (e così risolviamo in parte il problema del gas).
6. Centro di ricerca. Un centro in cui si studiano i limiti dell’impianto nel recuperare i materiali e il modo in cui questi sono progettati. Il fine è indicare ai produttori la via migliore per riprogettare i prodotti in modo che siano riciclabili al 100% e trovare soluzioni migliori per migliorare l’impianto stesso per recuperare il più possibile. (fonte: globalproject.info)
sabato 7 giugno 2008
Oggi marcia per il clima: siete pronti?
Segue il funky pic nic e la marcia. Sul palco si alterneranno Frankie Hi Nrg e Bunna degli Africa Unite. E per chi ne volesse sapere di più può visitare gli stand sulle aree tematiche: acqua, energia, mobilità. A disposizione anche un corso per autocostruzione di pannelli solari termici, a cura di Rast (Rete per l’autocostruzione del solare termico). Per strada l’animazione è affidata ai Freakclown.
Se invece siete dei marciatori virtuali perché non riuscite ad andare a Milano e volete intraprendere la strada della virtù potete aderire nei fatti con pochi ma efficaci impegni:
-Sostituire almeno due lampadine da 100 W a incandescenza con le equivalenti da 20 W a basso consumo
-Aumentare del 10% la raccolta differenziata
-Rinunciare all’automobile almeno una volta alla settimana
-Effettuare due cicli di lavatrice a settimana a 40 gradi anziche’ a 90 gradi
-Spegnere sempre lo stand-by di un apparecchio elettronico
-Abbassare la temperatura di casa da 21 a 20 gradi centigradi
giovedì 5 giugno 2008
Fuga in centrale nucleare slovena L'Europa rivive l'incubo di Cernobyl

La Ue lancia l'allerta per tutta Europa, dopo qualche ora l'allarme rientra

Anagrafe Nato a Imperia il 15 gennaio 1948.
Curriculum Laurea in Giurisprudenza nel 2000; funzionario pubblico all’Inadel; consigliere comunale e poi sindaco Dc di Imperia; in Forza Italia e in Parlamento dal 1996, ministro dell’Interno e poi dell’Attuazione del programma nel governo Berlusconi-2; coordinatore del partito prima di Bondi e infine presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco); 3 legislature (1996, 2001, 2006).
Soprannome Sciaboletta.
Segni particolari Nel 1995 dice di Forza Italia, alleata con An: «Sono solo dei fascistelli». L’anno seguente cambia idea e si candida con i fascistelli. Per diventare ministro, nel 2001, si laurea in tutta fretta alla veneranda età di cinquantatré anni.
Fedina penale È il primo ministro dell’Interno della storia d’Italia ad aver conosciuto le patrie galere: non per le solite visite umanitarie, ma per esservi stato detenuto per quasi 3 mesi. La sua famiglia superdemocristiana ha regalato a Imperia tre sindaci: il padre Ferdinando (costretto a dimettersi negli anni Cinquanta perché sospettato di aver favorito il cognato per un posto di primario nel locale ospedale), il figlio Alessandro, e infine lui, Claudio, nel 1982. L’anno seguente, però, è già in manette. Arrestato dai carabinieri il 12 dicembre 1983, per ordine dei giudici milanesi (pm Davigo, Di Maggio e Carnevali, giudice istruttori Arbasino e Riva Crugnola) che indagano sullo scandalo dei casinò: una storiaccia di clan mafiosi siciliani che han messo le mani sulle case da gioco di Sanremo e Campione d’Italia, accordandosi con i politici locali.
Scajola è accusato di essersi incontrato in Svizzera con il sindaco di Sanremo e il conte Borletti – che aspirava al controllo del casinò sanremese – e di avergli chiesto alcune decine di milioni (una cinquantina, pare, dell’epoca), a titolo di «rimborso spese» per l’impegno profuso dai politici di Imperia e Sanremo. L’accusa è di tentata concussione: 70 giorni a San Vittore. Ma alla fine, dopo un lungo e accidentato processo, nel 1990 viene assolto. Non perché i fatti non siano realmente accaduti. «Ma perché – spiegherà il fratello Alessandro, anche lui deputato forzista – Claudio fece quel viaggio su incarico del partito». L’accusa, insomma, non riesce a dimostrare che quel denaro l’avesse chiesto per sé, anziché per il collega sanremese.
Assenze 253 su 4875 (5,2%) missioni 4557 su 4875 (93,5%).
Frase celebre «Fatevi dire da Maroni se Marco Biagi era una figura centrale. Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza» («Corriere della Sera», 30 giugno 2002).
«Potrebbe esserci un combinato disposto tra la vicenda Sme e il caso Telekom Serbia. Dopo quanto sta emergendo [dalle dichiarazioni di Igor Marini su Prodi, Fassino e Dini, nda], l’atteggiamento di molti potrebbe essere mutato. Alla fine l’immunità parlamentare potrebbe essere uno strumento più utile ad altri che a Berlusconi (…) Sono discorsi delicati, ma purtroppo l’Italia rischia di tornare indietro di dieci anni e, come si dice, à la guerre comme à la guerre…» (20 maggio 2003).
martedì 3 giugno 2008
venerdì 30 maggio 2008
Nucleare in Italia? Per gli Usa è solo una pericolosa speculazione

Scrive Sokolski:
Perché, allora, il signor Berlusconi ha annunciato ora il nucleare? La riduzione promessa la settimana scorsa sulle accise su benzina e diesel fa pensare che il Governo stia progettando e predisponendo soluzioni rispetto agli aumenti dei carburanti.Gli esperti in materia di energia, però, sospettano qualcosa di più sinistro. L’annuncio potrebbe essere parte di uno sforzo a lungo termine da parte della più grande Utility europea per spingere i concorrenti più piccoli ad organizzare massiccio sostegno al Governo governativo per i grandi e costosi programmi delle centrali nucleari. Italiani ed europei possono solo sperare che questa speculazione sia sbagliata. Al contrario l’Ue incoraggia la concorrenza e l’eliminazione delle sovvenzioni pubbliche nel settore energetico.
Insomma, Sokolski esprime la preoccupazione che l’Unione europea possa finire per reprimere la concorrenza di mercato nel settore energetico considerata la necessità. Mentre la soluzione potrebbe proprio essere quella di seguire il mercato non drogato dalle sovvenzioni statali. Nei prossimi 17 anni saranno arrestati in Europa 145 reattori nucleari e dunque materialmente non ci sarebbe il tempo di costruirne altrettanti in così breve tempo.Conclude Sokolski:
Nel frattempo, in Italia e in Europa sarebbe saggio stare lontano da investimenti energetici che nessuna banca privata rilascerebbe senza aiuti statali.